di ALBERTO FERRIGOLO
“Sto ancora andando verso gli stessi obiettivi che mi ero posto un anno fa? Ho mantenuto la giusta direzione o qualcosa mi ha portato a fare delle deviazioni?”. Sono gli inevitabili interrogativi e gli usuali bilanci di fine anno che ciascuno fa o dovrebbe fare e a cui dà voce Silvio Malvolti, fondatore del sito BuoneNotizie.it e presidente dell’Associazione Italiana Giornalismo Costruttivo. Ha scritto un editoriale il 27 dicembre e lo ha inviato anche per email a un certo numero di destinatari.
“Riguardo ancora indietro, a 10 anni fa. Cosa volevo realizzare nella mia vita? All’epoca stavo lasciando il mio lavoro sicuro al Sole 24 Ore, per lanciarmi in una nuova avventura imprenditoriale, dopo aver vinto due premi consecutivi per la migliore idea di innovazione in due competizione di start-up, la prima regionale e la seconda nazionale”, scrive Malvolti a ventuno anni esatti dal varo della testata di cui è editore, prima in versione cartacea e dal 2005 online, con l’obiettivo di “divulgare un modello di informazione costruttivo e sostenibile”.
obiettivo originario
Si sa, il giornalismo è più spesso foriero di “cattive notizie” che di buone, secondo un’idea prevalente che “le buone notizie non fanno notizia”. E questa considerazione fa scrivere a Malvolti nel 2019 in un blog sul sito dell’Agi-Agenzia Italia che “il giornalismo ha deviato dal suo obiettivo originario, andando a inseguire titoli acchiappa-click e metriche pubblicitarie per rendere economicamente sostenibili le testate, costringendole a fornire sempre più contenuti, sempre di minore qualità, sempre meno originali e più veloci da consumare”, e questa è quella che lui stesso definisce “la grande malattia dei mass-media di oggi”, che per altro rende “la fiducia nei giornalisti più bassa di quella dei parrucchieri”. E non è un caso se i media sono poi “la prima causa di ansia e depressione” come riportato dal Reuters Institute Digital Report 2017, secondo cui “il 47% degli utenti ha dichiarato di non informarsi più, perché le notizie hanno un effetto negativo sul loro umore”.
grafica distensiva
BuoneNotizie.it è suddiviso in dieci sezioni tra Attualità, Società, Sostenibilità, Economia&Lavoro, Salute&Benessere, Innovazione, Cultura&TempoLibero, Storie, Magazine e Inchieste, nell’ambito di una grafica pulita, lineare, chiara, rilassante e distensiva, inquadrata in un decalogo di principi, che vanno dal concepirsi come “antidoto alla frenesia quotidiana delle notizie”, alla consapevolezza di non essere “perfetti”, in quanto “crediamo nel continuo miglioramento di ciò che facciamo”, passando dall’idea di combattere “stereotipi, pregiudizi, allarmismo”.
Giornalismo riflessivo e d’approfondimento, senza ammiccamenti d’alcun genere. A tendenze, così come a interessi commercial-pubblicitari. Uno spazio di pausa, un’oasi non rumorosa, che ha di certo aperto un filone editoriale, se poi un quotidiano come il Corriere della Sera nel 2017 ha deciso di lanciare sul mercato un inserto cartaceo settimanale e gratuito sulla stessa linea di BuoneNotizie.it. Anche se il progetto di “Buone Notizie” sul quotidiano di via Solferino nasce cinque anni prima, come rubrica fissa sulla prima pagina del quotidiano cartaceo (era il 29 giugno 2012) a firma del direttore Ferruccio De Bortoli, e subito dopo come blog on-line curato dal vice-direttore Giangiacomo Schiavi.
primo passo
Tra i primi collaboratori della rubrica del Corriere, oltre a Minnie Luongo, ex direttore responsabile di BuoneNotizie.it tra il 2006 e il 2007, si sono alternati nomi importanti e firme prestigiose. Corriere-Buone Notizie non è l’unica iniziativa ad essersi ispirata a BuoneNotizie.it: anche la rubrica Good News in onda su Rai3 nel format Report di Milena Gabanelli (nata grazie alla corrispondenza via e-mail con Michele Buono, uno dei principali collaboratori della giornalista e conduttore dello stesso Report) e il format “Si Può Fare” condotto da Alessio Maurizi su Radio24, hanno trovato ispirazione dall’idea di Silvio Malvolti a seguito della sua collaborazione con il Gruppo 24 Ore, come si può leggere in una nota di BuoneNotizie.it all’indomani dell’arrivo in edicola del supplemento del Corsera. “Da un lato sono molto contento che la nostra iniziativa editoriale, nata on-line nel 2001, abbia ispirato giornalisti ed editori a mettersi in gioco per contrastare l’imperante predominio di notizie negative”, aveva affermato Silvio Malvolti, perché “il panorama editoriale aveva bisogno di una svolta, e l’approccio positivo alle notizie è stato il primo passo, quello che ha segnato la strada verso il cosiddetto giornalismo costruttivo come viene definito all’estero”.
(nella foto, Silvio Malvolti)