Il gup di Bari Francesco Rinaldi ha rinviato a giudizio per bancarotta fraudolenta l’ex editore della Gazzetta del Mezzogiorno, il 91enne siciliano Mario Ciancio Sanfilippo, il figlio Domenico Ciancio Sanfilippo, 48 anni, e l’ex direttore generale Franco Capparelli, 79 anni, che hanno gestito la Edisud, società editrice del quotidiano, sino alla data del fallimento (15 giugno 2020).

Il processo comincerà il 5 aprile 2023 davanti alla prima sezione collegiale del Tribunale di Bari. I tre sono stati accusati di concorso in bancarotta fraudolenta aggravata al termine delle indagini condotte dai pm Lanfranco Marazia e Luisanna Di Vittorio e coordinate dal procuratore capo Roberto Rossi.

Sempre secondo l’accusa, che si basa sulle indagini condotte dalla Guardia di Finanza, i Sanfilippo e Capparelli avrebbero compiuto “atti di dissipazione e/o depauperamento consistiti in rimborsi spese e spese di rappresentanza prive di giustificazione economica, negli anni dal 2016 al 2018, per complessivi 192.489 mila euro”, causando “per effetto di operazioni dolose il fallimento della società Edisud spa”.

Accuse che gli interessati hanno sempre fermamente respinto. «Per il mantenimento dei valori attivi, tangibili e intangibili, nonché per la salvaguardia della forza lavoro impiegata nella conduzione dello storico quotidiano – aveva detto l’ex editore Mario Ciancio Sanfilippo dopo la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini – sono intervenuto con il mio patrimonio personale versando, dal 1996 ad oggi, più di 30 milioni di euro».

La Procura della Repubblica di Bari avviò l’indagine dopo che l’allora Comitato di redazione e l’Associazione della Stampa di Puglia presentarono un esposto sottoponendo ai magistrati inquirenti una serie di situazioni che avrebbero caratterizzato la gestione dell’Edisud

Oggi la Gazzetta del Mezzogiorno è gestita dalla società Edime, aggiudicataria della testata nell’ambito della procedura fallimentare che si è aperta a seguito del fallimento Edisud.

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