Caccia al tesoro a Roma per le notizie di nera. Per chi fa cronaca è sempre più difficile sapere cosa succede in città, sul fronte degli episodi violenti. 

Ultimo è il caso di Torre Gaia, periferia est della città. 

Un uomo di 55 anni è morto, la moglie di 58 anni e il figlio di 13 sono stati ricoverati in ospedale, entrambi intossicati. Feriti anche due agenti di polizia. Per quarantotto ore gli organi di informazione non hanno saputo nulla.

A dare l’allarme, intorno alle 23,30 di sabato 18 marzo, sono stati i residenti del consorzio di Torre Gaia, che avevano notato fumo e un forte odore di bruciato provenire da un appartamento al piano terra di via Putignano 9.

sala hobby

Sul posto il personale medico del 118, i vigili del fuoco e la polizia di Stato. I soccorritori hanno estratto dalla casa in fiamme la famiglia. Per il cinquantacinquenne non c’è stato nulla da fare. L’uomo sarebbe morto intossicato per i troppi fumi respirati. Moglie e figlio sono stati portati al Policlinico Umberto I insieme a due poliziotti, anche loro intossicati. I quattro non sono in pericolo di vita. Le fiamme sarebbero scoppiate nella sala hobby dell’appartamento a due piani di via Putignano.

Passa tutta la domenica e la notizia non viene data dalle forze dell’ordine. Lunedì 20 marzo sono i cittadini della zona a telefonare, per esempio a RomaToday. I redattori del quotidiano online chiedono conferme e la polizia a questo punto comunica la notizia a tutti.

torre maura

Stessa sera di sabato 18 marzo. Un bambino di 4 anni è investito da una macchina mentre sta passeggiando insieme al nonno nel quartiere romano di Torre Maura, area est della capitale. Il piccolo, in gravi condizioni, è ricoverato d’urgenza in codice rosso all’ospedale Bambin Gesù. Secondo le testimonianze di chi era sul luogo dell’incidente, un’auto stava facendo la manovra di retromarcia, il conducente trentottenne alla guida, non ha visto il piccolo e il nonno, che si trovavano proprio dietro al veicolo. L’automobilista si ferma a prestare i primi soccorsi, poi intervengono le ambulanza del 118 e gli agenti della polizia locale di Roma Capitale.

Anche il nonno rimane ferito, ma in maniera meno grave, ed è portato in codice arancione al Policlinico Tor Vergata.

La notizia non viene comunicata dalle forze dell’ordine, ma i giornali la vengono a sapere lunedì 20, sempre per iniziativa dei cittadini.

cinque lune

Un altro episodio avviene il 13 febbraio: un ragazzo di colore, 28 anni, del Mali, che lavora come addetto alle pulizie al McDonald’s di piazza delle Cinque Lune, in pieno centro, accanto a piazza Navona, viene pestato da tre giovani. Calci, pugni e “sporco negro”. Il ragazzo aveva chiesto di spostarsi per poter fare il suo lavoro. Le forze dell’ordine non riescono a identificare e a catturare i picchiatori, e decidono di non rendere nota la notizia. Il Messaggero però scopre l’accaduto e pubblica un articolo. 

Una specie di percorso a ostacoli, in cui ciò che emerge è sicuramente una piccolissima parte di ciò che accade, con grave danno per l’opinione pubblica, che non riesce a monitorare cosa sta accadendo un città. Colpa della legge Cartabia sulla presunzione d’innocenza in parte, colpa di chi la interpreta in modo restrittivo anche e la utilizza per tenere tutto “sotto controllo” e dare l’idea di una comunità pacifica e serena.

procuratore capo

Nel decreto Cartabia si stabilisce che solo il procuratore capo può parlare con i giornalisti e solo con comunicati ufficiali: “È fatto divieto alle autorità pubbliche di indicare pubblicamente come colpevole la persona sottoposta a indagini o l’imputato fino a quando la colpevolezza non è stata accertata con sentenza o decreto penale di condanna irrevocabili”. L’effetto è che spesso nei comunicati delle procure non ci sono i nomi degli indagati, a volte neanche quelli delle vittime. In certi casi di “particolare rilevanza pubblica“, è concessa la possibilità di organizzare una conferenza stampa. A decidere se un’indagine ha o meno rilevanza pubblica è sempre il procuratore capo. Nelle fasi successive all’esecuzione di un’ordinanza, quindi dopo l’eventuale comunicato o conferenza stampa, saranno gli avvocati difensori gli unici a poter comunicare con gli organi d’informazione.

Professione Reporter

(nella foto, l’abitazione a Torre Gaia, dove si è sviluppato l’incendio) 

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