In caso di sciopero, solo chi dichiara prima della data fissata di non aderire può ottenere la giornata pagata?
Lo sostiene il Gruppo Gedi di John Elkann che gestisce La Stampa e che è intervenuto a modificare i fogli presenze firmati dai responsabili dei settori della redazione. Lo sciopero è quello dei giornalisti di tutto il Gruppo contro le vendite di numerose testate.
La vicenda è diventato un caso, con comunicati di forte protesta da parte del Comitato di redazione.
Giovedì 27 aprile il Cdr ha scritto all’Azienda (e al Direttore Massimo Giannini) di aver ricevuto “diverse segnalazioni da parte di colleghi che, segnati in corta o in ferie il 17 febbraio 2023, già prima della giornata di sciopero indetta, sono stati messi forzatamente in sciopero da parte degli uffici perdendo così parte dello stipendio di quel mese”. Il Cdr ricorda che “lo sciopero è un diritto costituzionalmente garantito e che aderire o meno all’astensione dal lavoro è una scelta del singolo lavoratore e non è certo nella disponibilità del datore di lavoro”.
“come una timbratura”
Ricorda inoltre che “le presenze sono stabilite dai singoli responsabili dei settori del giornale e che, una volta certificate, fanno fede. Si tratta a tutti gli effetti di un documento aziendale che ha lo stesso valore di una timbratura. Modificarlo intervenendo ex post, tra l’altro senza nemmeno comunicarlo al diretto interessato e al suo responsabile, equivarrebbe ad andare a manomettere orari e date della macchina per la timbratura”.
Il Cdr parla di “responsabilità anche penali” e chiede che venga al più presto ripristinata la regolarità del foglio presenze dei colleghi e che venga immediatamente reintegrata al primo stipendio disponibile la giornata indebitamente sottratta. Chiede una risposta formale entro il 1° maggio, festa dei lavoratori e in caso contrario annuncia azioni di lotta: comunicati sindacali e denunce alle autorità competenti.
“Soltanto un caso”
Sabato 29 aprile risponde Fabiano Begal, amministratore delegato di Gedi News Network.
Ecco la sua ricostruzione: “Lo sciopero è stato indetto dal Coordinamento dei Cdr del Gruppo Gedi il giorno 16 febbraio 2023 e ha avuto esecuzione il giorno successivo. Pertanto, il quotidiano non è uscito in edicola il 18 febbraio, mentre l’edizione on-line non è stata aggiornata nella giornata del 17 febbraio. Nessuna prestazione lavorativa è stata, dunque, resa dai giornalisti il 17 febbraio. Anteriormente al 16 febbraio, in un solo caso, il giornalista aveva comunicato che il 17 febbraio avrebbe usufruito della ‘corta’ e ciò è avvenuto con comunicazione del 13 febbraio. In tutti gli altri casi contestati, le comunicazioni sono state tutte successive al 17 febbraio 2023″.
Dunque: “Il comportamento aziendale è stato, dunque, pienamente corretto”.
Infine, Begal si dice disponibile a un incontro sulla materia.
“Cancellino disinvolto”
Il Cdr replica per punti: in azienda mai si è adottato un sistema di comunicazione preventiva di adesione a uno sciopero. D’altra parte una comunicazione preventiva vanificherebbe lo scopo dello sciopero, permettendo a un’azienda di mettere in campo contromisure per continuare la produzione; la programmazione delle presenze non può tener conto di eventi non programmabili come scioperi, malattie e quant’altro; la volontà di adesione o meno a uno sciopero è sempre stata dichiarata, nella nostra azienda, attraverso il sistema adottato dall’azienda stessa, ovvero un foglio presenze certificato dal caposettore; non esiste alcuna norma legale o contrattuale che consenta a un’azienda di manomettere il foglio presenze: ciò vale per la giornata di sciopero come per le presenze domenicali, i giorni di ferie, i giorni di permesso e altre diciture “su cui troppo spesso c’è un disinvolto uso del cancellino”; l’organizzazione del lavoro, e dunque le presenze, le ferie, i giorni di corta, i giorni di servizio e quant’altro, sono compito e responsabilità della gerarchia editoriale e non di quella aziendale.
La risposta di Begal viene dunque considerata “non condivisibile in alcuno dei suoi punti”. Il Cdr chiede di nuovo “l’immediato ripristino dei fogli presenza originali e il reintegro della giornata di lavoro indebitamente sottratta ai colleghi non aderenti allo sciopero”.
In conclusione, i rappresentanti sindacali fanno gli auguri a tutti per una buona festa dei lavoratori.
Professione Reporter
(nella foto, Fabiano Begal)
Gli Elkan ultimamente non brillano certo per lucidità e coerenza! Quanto attuato è pienamente anticostituzionale e viola le sacrosante norme che garantiscono il diritto di sciopero.