I giornali fuggono da Venezia. L’ultimo è il quotidiano La Nuova Venezia: dopo 39 anni chiude la redazione della città lagunare. I giornalisti della testata del gruppo Gedi saranno trasferiti nella sede di Mestre, sulla terraferma, come comunicato dall’amministratore delegato del gruppo, Fabiano Begal. Su richiesta del Cdr potranno, per essere più presenti sul territorio, avvalersi dello smart working per tre giorni la settimana. La decisione arriva durante la trattativa per cedere i sei quotidiani Gedi del Nordest – tra cui La Nuova Venezia – alla Newco costituita da alcuni industriali veneti e guidata da Enrico Marchi.
pochi mesi
È il secondo “addio” alla laguna in pochi mesi. Nel settembre del 2022 è toccato al Gazzettino. In quell’occasione la sede veneziana dello storico quotidiano della città – fondato nel 1887 e in mano al gruppo Caltagirone – è stata abbandonata, con “l’allocazione temporanea” dei giornalisti sempre a Mestre. Tutto ciò “nonostante i continui solleciti del Cdr a indicare la data di una riapertura non più scontata, ma per la quale il corpo redazionale continua a far pressione”, spiega in una nota il Sindacato giornalisti Veneto.
Un immobile a Venezia è un costo ma avere o non avere una sede sul posto non è la stessa cosa. Per questo il sindacato veneto ha ricordato: “L’informazione che onora l’articolo 21 della Costituzione non può prescindere dal fatto di consentire ai giornalisti con tempestività, continuità e persistenza di essere nei luoghi di cui si è chiamati a interpretare gli accadimenti”. Intanto l’esodo investe anche l’Ordine dei giornalisti: negli stessi giorni ha traslocato da Venezia a Mestre, con gli uffici di sindacato, Inpgi e Casagit.
spopolamento e turismo
La vicenda riapre il dibattito sullo spopolamento di Venezia in rapporto al turismo di massa. Il caso de La Nuova Venezia ha preoccupato non solo l’Ordine ma anche i consiglieri comunali di minoranza: “Chiediamo che l’amministrazione si attivi per svolgere un ruolo significativo nel tentativo di impedire questa deriva, quest’ulteriore, triste impoverimento della città”, chiedono in coro Cecilia Tonon, Gianfranco Bettin, Sara Visman, Marco Gasparinetti, Giuseppe Saccà, Giovanni Andrea Martini. “È ipocrita, ora, di fronte agli ultimi sviluppi, continuare a dire che a Venezia non c’è lavoro mentre, contemporaneamente, si smantellano anche quelle poche attività lavorative non legate al turismo che vi rimangono”.
Nel centro storico insulare del capoluogo – sede dei palazzi della Regione Veneto – resta soltanto una redazione del Corriere del Veneto, oltre alla sede Rai regionale. A questo punto non è fuori luogo chiedersi quanto resisteranno.
(nella foto, la sede del Gazzettino a Venezia)