Attenti a Bard! La nuova chatbot sbarcata in Europa potrebbe essere infatti più utile o pericolosa, a seconda dei punti dii vista, della sua rivale ChatGPT4, che abbiamo conosciuto molti mesi fa.
Il perché è semplice. ChatGPT4, che risponde alle domande e fornisce risposte scritte (anche lettere, progetti, poesie eccetera) non conosce le notizie di attualità. Lo ha chiarito fin dal mese di settembre 2022 la OpenAI, la società americana che ha costruito e concesso a chiunque l’utilizzazione (anche gratis) in tutto il mondo. La sua pur gigantesca memoria è ferma alla fine del 2021. Non conosce i fatti accaduti negli ultimi due anni. Se provate a interpellarla ad esempio su Berlusconi, vi spiega di non essere informata sulla sua morte. Se gli domandate chi sia Giorgia Meloni, vi spiega racconta alcune cose della biografia, ma dice di non sapere che è diventata presidente del Consiglio.
limiti di memoria
Bard (il trovatore, il narratore) invece, non sembra avere limiti di memoria, essendo figlio e alleato di Google e cioè del più grande motore di ricerca. Può dunque conoscere tutto ciò che Internet riesce a catturare. Per studiosi e anche giornalisti potrebbe dunque essere ancora più preziosa. Risponde su qualsiasi argomento, anche se vedremo con quale grado di conoscenza, giacché gli stessi costruttori ammettono che simili mostri, impostati in base ai dati che hanno immagazzinato e sul calcolo delle probabilità, commettono errori, a causa di “allucinazioni” che talvolta li portano fuori strada.
Ci vuole attenzione, dunque. Aldo Fontanarosa, giornalista di Repubblica che da anni studia le ultime scoperte dell’informatica (è appena uscito un libro “Giornalisti robot” diffuso da Amazon), si dice preoccupato: “Ci sono in giro imprenditori pronti a fare giornali senza redattori, interamente basati su testi prodotti dalle chat generative”.
scienza veloce
La Federazione delle stampa e l’Ordine dei giornalisti sono attenti. Il tema è anche sul tavolo dei tecnici che stanno studiando la nuova legge sul giornalismo (in sostituzione di quella del 1963), ma la scienza corre veloce. “Ogni mese sono costretto ad aggiungere qualcosa al libro – dice Fontanarosa – ed anche il legislatore dovrebbe occuparsene in fretta, ma dobbiamo tutti fare attenzione a cosa sta accadendo”.
Dal 13 luglio, come ha scritto Il Sole 24 Ore, è possibile collaborare con Bard in più di 40 lingue, Italia compresa. “Uno strumento in grado di aumentare la nostra immaginazione”. Così Google ha introdotto alla stampa la sua IA generativa Bard. L’ingresso ritardato di Bard in Europa è dovuto alle restrizioni sulla privacy sancite dall’UE. Quando l’utente interagisce con Bard, Google raccoglie dati come le conversazioni, la posizione, i commenti e altre informazioni sull’utilizzo, con l’obiettivo di sviluppare, migliorare i prodotti, i servizi e le tecnologie basate sull’intelligenza artificiale.
centro per la privacy
L’intento è quello di semplificare l’accesso alle note informative con la creazione di un nuovo Centro per la privacy di Bard atto a raccogliere in un unico posto le spiegazioni sui controlli per la privacy degli utenti. Non c’è ovviamente la possibilità di rendere anonime le interazioni con l’IA (come d’altronde non è possibile fare anche con la concorrente Chat GPT), ma è prevista la possibilità di scegliere per quanto tempo Bard archivierà i dati personali nell’account Google. Per impostazione predefinita Google memorizza le attività per un massimo di 18 mesi, ma è possibile modificare questa durata a 3 oppure 36 mesi. Si può anche disattivare completamente questa funzione ed eliminare facilmente l’attività su Bard in una sezione apposita del sito. In pratica Google consente agli utenti di richiedere la rimozione dei contenuti ai sensi delle norme o delle leggi applicabili, e di esportare le proprie informazioni.
Rispetto alla versione Beta rilasciata qualche mese fa, Bard si arricchisce di nuove funzionalità. In primis è possibile ascoltare le risposte grazie alla funzione altoparlante. Verranno poi affiancate nuove funzionalità in lingua italiana, attualmente solo disponibili in lingua inglese. La prima è la possibilità offerta dal chatbot di fornire “Risposte multiple”, cambiando il tono e lo stile delle risposte in base a cinque opzioni diverse: semplice, lunga, corta, professionale o informale. Per esempio, si potrà chiedere a Bard di aiutarci a scrivere una scheda informativa e poi abbreviare la risposta usando il menu a discesa.
L’ingresso di Bard nell’arena mondiale delle IA disponibili è il primo passo verso l’obiettivo dichiarato più ambizioso di Google: l’integrazione totale dell’IA con app e servizi come Gmail, Docs, foto e Maps, consentendo l’uso di Bard per compiere diverse azioni, come inviare email, scrivere documenti, organizzare le foto, pianificare i viaggi e così via.
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