L’Esecutivo del consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti deferirà al consiglio di disciplina della Lombardia Il Giornale d’Italia, quotidiano online che ha reso noto il nome della ragazza vittima dello stupro in un cantiere a Palermo il 7 luglio da parte di sette ragazzi. L’Esecutivo afferma che il quotidiano ha compiuto una gravissima violazione della deontologia professionale e ricorda che la diffusione dei dati personali delle persone vittime di reati sessuali ha risvolti penali.
Il nome della ragazza è stato pubblicato in un pezzo del 24 agosto che raccontava il ritorno in carcere di uno dei ragazzi coinvolti, Riccardo Parriniello, 18 anni. Parriniello era stato scarcerato su richiesta del gip Alessandra Puglisi, dopo essere stato interrogato in tribunale. All’epoca dei fatti dello scorso 7 luglio era ancora minorenne ed era stato rilasciato per “resipiscenza” e “rivisitazione critica dei fatti”. Poi, sul suo profilo TikTok, nei giorni successivi al 19 agosto, quando era stato rinchiuso in comunità, erano spuntate frasi come “galera di passaggio, più forti di prima”, “le cose belle si fanno con gli amici”, “qualche ragazza vuole uscire con noi stasera?”, “sto ricevendo tanti messaggi in privato da ragazze, ma come faccio a uscire con voi, siete troppe”, “ah volevo ringraziare a chi di continuo dice il mio nome, mi state facendo solo pubblicità e hype”… “arriviamo a 1.000 follower così potrò fare la live e spiegarvi com’è andata realmente”, “mi piace trasgredire (con in sottofondo la canzone ‘nun se toccano e femmine’).
Nella ricostruzione dello stupro veniva citato il nome della vittima, che è stato poi rimosso. Direttore del Giornale d’Italia è Luca Greco, già ad Affaritaliani.it e dg di TMS – Libero Quotidiano – il Riformista. “Siamo molto colpiti per i gravi fatti di Palermo, seguiti da quelli di Caivano – afferma Greco – che abbiamo seguito con attenzione e precisione, riportando anche i messaggi delle chat dagli autori dello stupro, con l’intento di consentire ai lettori di comprendere appieno i fatti stessi, azioni e responsabilità dei vari soggetti, al netto di opinioni e commenti. Pedofilia e stupri sono tra le violenze più gravi che si possano attuare, che condanniamo senza se e senza ma. Relativamente al nome della ragazza, è stato inizialmente inserito dall’autore all’interno del pezzo solo in quanto di dominio pubblico: è comparso infatti su tantissimi giornali, siti, video, TikTok e lei stessa si è data visibilità con dichiarazioni su quanto era accaduto. In ogni caso, abbiamo imediatamente rimosso il nome”.