Il giornalismo italiano come era ieri e come è diventato oggi. Tra robot in grado di scrivere articoli e sempre più opinioni che dominano sui fatti. E’ il tema al centro del romanzo “Quei giorni torneranno”, edito da Santelli. Il libro passa in rassegna gli ultimi trent’anni in cui “una generazione intera ha progressivamente perso il senso della realtà e del racconto”. Autore di “Quei giorni torneranno” è il giornalista Fabio Luppino (classe 1964) che ha lavorato per l’Unità, Il Secolo XIX, Il Corriere della Sera. Dal 2018 scrive sull’Huffpost. Il libro è “dedicato ai giovani e alle donne che cambieranno il mondo”. Al centro della trama ci sono cinque donne, sullo sfondo un giornale e la parabola di una professione, quella del cronista: “Continuare a fare finta di nulla, lasciare che il giornalismo sia per sempre piegato all’opinionismo, spesso perbenista, consentirà ad altri, con altri obiettivi, di dire cosa sarà giusto o meno giusto fare. Non se ne accorgerebbe nessuno se un’intera categoria scomparisse dalla scena, perché già lo sta facendo, anche se inconsapevolmente. O una parte di essa. Moderni fenomeni di sostituzione già esistono, addirittura programmi che producono articoli, senza la necessità di un giornalista. La realtà si può anche ignorare, ma va avanti lo stesso e a un certo punto ti travolge, proprio quando sei pronto all’ennesima recita”, è scritto in uno dei capitoli.

L’auspicio del libro è “rafforzare in chi lo legge quanto sia importante battersi per le proprie idee, anche controcorrente”.

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