(A.G.) Gli inquilini delle case Inpgi attaccano l’Inpgi su un problema di trasparenza. I giornalisti sono su una nave in tempesta. Ma alle gravi crisi si aggiungono divisioni interne.

“I vertici dell’Istituto di previdenza dei giornalisti -si legge in un comunicato pubblicato da Stampa Romana- hanno presentato ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar che accorda agli iscritti all’Inpgi il diritto di accesso agli atti delle dismissioni immobiliari. Il ricorso, notificato circa un mese fa, è stato iscritto nel Registro Generale del massimo Organo di giustizia amministrativa con il numero 9730/2019. Una decisione, quella dell’Inpgi, che lascia senza parole: c’è forse qualcosa da nascondere, nei documenti di cui si chiede la visione?”.

L’11 ottobre scorso il Tar del Lazio, con sentenza num.11793, ha accolto la richiesta presentata da alcuni giornalisti, Pierangelo Maurizio in testa, di potere accedere agli atti delle dismissioni del patrimonio immobiliare, operazione che -secondo il Siai, sindacato inquilini dell’Inpgi- non sta dando i risultati sperati: l’Inpgi e la Società di gestione del Fondo Amendola, Investire Sgr, avevano previsto incassi attorno ai 650 milioni di euro, ma ad oggi si dovrebbe aver raggiunto più o meno un terzo di questa somma.

la richiesta respinta

Dieci giorni dopo la sentenza, il 23 ottobre, la Presidente dell’Inpgi, Marina Macelloni, ha ricevuto la prima richiesta di accesso agli atti, presentata da Corrado Giustiniani, presidente degli inquilini dell’Inpgi. Il 5 novembre l’Inpgi ha comunicato per iscritto a Giustiniani di aver respinto la sua richiesta di accesso, ed ha annunciato come imminente un ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del TAR.

Il 19 dicembre Giustiniani ha presentato una seconda richiesta di accesso agli atti, per i seguenti documenti:

-I valori con i quali tutti i singoli immobili sono stati apportati al Fondo Amendola, a partire dal dicembre 2013.

-Tutte le perizie semestrali di aggiornamento di tali valori, sino all’ultima di questo dicembre o, se non ancora disponibile, alla penultima effettuata nel giugno 2019.

-Il valore di apporto, in particolare, dell’immobile ex Inpgi di via Parigi dove era alloggiato l’Ordine nazionale dei giornalisti, il prezzo al quale venne acquistato, comprensivo di ristrutturazione e costi indiretti (ad esempio per le agenzie immobiliari) e quello al quale è stato ceduto, anche qui con i costi indiretti sostenuti.

-I costi complessivi di progettazione e di ristrutturazione sostenuti per l’immobile di via Novelli, valorizzato perché rimanesse nel patrimonio dell’Istituto e invece messo in vendita a fine intervento, con l’ultima e imprevista tranche di dismissioni (costi che hanno riguardato il cappotto termico, l’impianto di riscaldamento con sostituzione di tubi, radiatori, centrale termica, infissi ecc.).

-Il numero assoluto e la quota percentuale degli immobili inoccupati, nella parte del patrimonio rimasto in affitto alla data del 19 dicembre 2019.

-il numero assoluto e la quota percentuale degli alloggi vuoti nei vari immobili del patrimonio destinato alla vendita, come tali non più affittabili.

-Il valore dei rogiti notarili siglati alla data del 19 dicembre 2019,  sia per gli immobili dismessi ad uso residenziale che per quelli ad uso terziario.

-Quale sia il compenso riconosciuto al nuovo “service” Yard.

-Se esistano penali a carico di Investire, la Società di gestione del Fondo Inpgi, in ragione del vistoso scostamento tra incassi programmati ed effettivi dell’operazione dismissioni.

pubblico interesse

“In merito ai documenti di cui si è chiesto l’accesso -scrive Giustiniani- si precisa che gli stessi sono relativi alla gestione del patrimonio dell’Istituto, che costituisce lo strumento mediante il quale è esercitata l’attività di pubblico interesse.

Vi è quindi un nesso di stretta strumentalità tra la qualifica di iscritto alla cassa, rivestita dallo scrivente istante e gli atti dei quali è richiesta l’ostensione.

Nel caso concreto, l’interesse alla conoscenza dei documenti richiesti deriva dal rischio concreto di pregiudizio della propria tutela previdenziale”.

(nella foto, Corrado Giustiniani, presidente inquilini Inpgi)

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