di PIERO SANTONASTASO

La domus romana di età repubblicana ritrovata nel 2018 alle falde del Palatino nell’area del Vicus Tuscus – cioè di fronte al Campidoglio – diventa sul finire del 2023 una ghiotta preda per l’apparato della comunicazione del Ministero della Cultura, votato al culto della personalità del ministro Gennaro Sangiuliano. L’ex direttore del Tg2, giornalista Rai in aspettativa, ha infatti annunciato che “il cuore della romanità ha disvelato un autentico tesoro”, parole in cui vibrano antichi echi. Fin qui nulla di nuovo: Sangiuliano replica i comportamenti di Dario Franceschini per i ritrovamenti pompeiani, compreso lo scavalcamento di soprintendenze e direzioni coinvolte.

I problemi sono nati quando il comunicato è arrivato nelle redazioni, dove sono riemerse inesorabilmente impreparazione e improvvisazione, per tacere dell’ignoranza sulla conformazione di Roma. Così, dal momento che la domus si trova nel Parco archeologico del Colosseo, ecco il fiorire quasi in automatico di titoli secondo i quali la scoperta è stata fatta all’Anfiteatro Flavio: “accanto” (Corriere della Sera), oppure “al Colosseo” (Sole 24Ore, il Giornale, Roma Today), e via sbizzarrendosi. E se Repubblica si contiene in un “vicino al Colosseo” – a patto però di intendersi sul significato di “vicino”, perché tra la domus e l’anfiteatro passano quasi 700 metri e un intero colle – diverse testate se la cavano clonando il titolo del comunicato ministeriale, che parla di ritrovamento tra Palatino e Foro Romano. Peccato che sia come cadere dalla padella nella brace, perché il Foro Romano nulla c’entra, tant’è che nel testo della nota viene citato solo in relazione al Vicus Tuscus. Il Corriere comunque ricorda che la scoperta è del 2018, mentre Repubblica parla di “nuova domus”.

Non ci sono date per l’apertura al pubblico, né è stata fatta la consueta conferenza stampa in situ.

(nella foto, uno dei mosaici ritrovati nella domus romana al Palatino)

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