(S.A.) Il Parlamento europeo ha dato il suo definitivo via libera al Media Freedom Act. Una legge che promette di rafforzare la libertà dei media nell’Unione Europea e di proteggere giornalisti e organi di informazione da interferenze politiche o economiche.
La proposta, avanzata dalla Commissione europea nel settembre del 2022, ha visto un lungo iter di negoziati con il Parlamento europeo, culminando nell’accordo provvisorio del dicembre del 2023. Il 13 marzo è avvenuta l’approvazione con 464 voti a favore, 92 contrari e 65 astensioni. Questo importante passo legislativo si pone come un chiaro segnale dell’impegno della Ue nel difendere democrazia e libertà di espressione.
no a metodi coercitivi
Una delle principali novità introdotte dal Media Freedom Act è il divieto per le autorità di ricorrere a metodi coercitivi per pressare giornalisti e responsabili editoriali al fine di svelare le loro fonti. Questo include il divieto di arresti, sanzioni, perquisizioni e dell’uso di software di sorveglianza intrusivi installati sui dispositivi elettronici.
L’uso di software spia sarà consentito solo in casi eccezionali e previa autorizzazione di un’autorità giudiziaria in indagini su reati gravi, con l’obbligo di informare le persone coinvolte e garantire loro il diritto di contestare in tribunale.
lunghi mandati
Una particolare attenzione è rivolta all’indipendenza editoriale dei media pubblici, per evitare che questi vengano strumentalizzati a fini politici. Il Media Freedom Act prevede che i dirigenti e i membri del consiglio di amministrazione dei media pubblici siano selezionati attraverso procedure trasparenti e non discriminatorie, con mandati sufficientemente lunghi e licenziamenti consentiti solo in casi di mancanza di requisiti professionali.
La trasparenza della proprietà dei media è un altro punto chiave della legge, che richiede a tutte le testate giornalistiche di pubblicare informazioni sui relativi proprietari in una banca dati nazionale, indicando se sono di proprietà diretta o indiretta dello Stato. Questo garantisce al pubblico la conoscenza di chi controlla i media e di quali interessi possano celarsi dietro la loro proprietà.
pubblicità statale
Il Media Freedom Act impone anche una ripartizione equa della pubblicità statale, con l’obbligo per i media di rendere pubblici i fondi ricevuti dalla pubblicità statale e dal sostegno finanziario dello Stato. Inoltre, i criteri per l’assegnazione di questi fondi devono essere pubblici, proporzionati e non discriminatori.
Infine, il regolamento mira a proteggere la libertà dei media dalle grandi piattaforme online, prevenendo la limitazione o la rimozione arbitraria dei contenuti mediatici indipendenti. Le piattaforme dovranno informare gli interessati prima di adottare misure di questo tipo e consentire loro di rispondere entro 24 ore, con la possibilità per i media di presentare ricorso presso un organismo per la risoluzione extragiudiziale delle controversie.
dubbi e critiche
Il voto al Parlamento europeo ha visto un forte sostegno da parte di numerosi partiti italiani, tra cui Forza Italia, il Partito Democratico, i Verdi e il Movimento 5 Stelle. Fratelli d’Italia e Lega si sono invece astenuti, sollevando dubbi e critiche sulle disposizioni della legge. In particolare, la Lega ha espresso preoccupazioni riguardo alla presunta limitazione della libertà d’espressione e ha suggerito un’accusa di totalitarismo nei confronti dell’Ue.
In risposta a tali critiche, l’eurodeputata del Movimento 5 Stelle, Laura Ferrara, ha osservato che coloro che si sono astenuti sembrano rimpiangere l’Unione Sovietica.
omicidio a malta
Durante il dibattito, la relatrice Sabine Verheyen (Ppe, De) ha enfatizzato l’importanza cruciale della pluralità dei media per il corretto funzionamento di una democrazia. Ha evidenziato il fatto che la libertà di stampa è attualmente minacciata in tutto il mondo, anche all’interno dell’Unione europea, citando tragici esempi come l’omicidio della giornalista Daphne Caruana Galizia a Malta e le crescenti minacce alla libertà di stampa in Ungheria. Questo regolamento mira a valorizzare e proteggere il ruolo duplice dei media sia come imprese sia come custodi fondamentali della democrazia. Era stato pensato proprio in risposta alle gravi ingerenze del governo nei media pubblici in Polonia e in Ungheria. Recentemente il premier slovacco Roberto Fico ha presentato un progetto per assoggettare al governo tv e radio statali.
Sarà ora fondamentale la vigilanza sull’effettiva attuazione di queste disposizioni da parte degli Stati membri, affinché la legge possa tradursi concretamente in una maggiore protezione per i giornalisti e per la democrazia.
(nella foto, la relatrice della legge, Sabine Verheyen)