(S.A.) Calano il sostegno e il rispetto per l’autonomia dei media. Lo evidenzia Reporters Senza Frontiere (Rsf) nel suo rapporto annuale sulla libertà di stampa nel mondo. Un numero crescente di governi e autorità politiche “non stanno adempiendo al proprio ruolo di garanti del miglior ambiente possibile per il giornalismo e del diritto del pubblico a ricevere notizie e informazioni affidabili, indipendenti e diversificate”. L’Italia perde cinque posizioni rispetto all’anno precedente. In particolare per il caso Agi.

norvegia in testa

Tra i Paesi in cui la situazione è peggiorata spicca l’Argentina sotto il neoeletto presidente Javier Milei: si è vantato del suo attacco alla libertà di stampa e ha chiuso la più grande agenzia del Paese. 

La Norvegia mantiene la sua posizione in cima alla classifica, seguita da Danimarca e Svezia. L’Eritrea scende all’ultima posizione, superando la Corea del Nord. Afghanistan e Siria figurano tra coloro che hanno subito cali significativi, con quest’ultima tra gli ultimi 10 Paesi insieme a Cina, Iran e Corea del Nord.

L’indice di Rsf classifica 180 Paesi in base alla capacità dei giornalisti di lavorare e di riferire liberamente e in modo indipendente: in 138 Paesi intervistati, gli attori politici sono spesso coinvolti in disinformazione e propaganda, in 31 nazioni in cui questa situazione è diventata sistematica.

membro della coalizione

L’Italia perde cinque posizioni, passando dal 41º al 46º posto nella classifica sulla libertà di stampa. Nel 2023 il paese aveva invece registrato un miglioramento significativo, recuperando 17 posizioni rispetto all’anno precedente. Il caso dell’agenzia di stampa Agi, in procinto di essere acquisita dal gruppo Angelucci, viene citato come un esempio dei crescenti sforzi dei gruppi politici per influenzare il panorama mediatico nazionale: “Nell’Italia di Giorgia Meloni un membro della sua coalizione sta cercando di acquisire l’agenzia di stampa Agi”.

ungheria e polonia

L’Europa orientale e l’Asia centrale si trovano sotto i riflettori di Rsf per l’imitazione dei metodi repressivi russi, con la Serbia che fa da trampolino per la propagazione della propaganda russa. La Russia è scesa nella classifica dei Paesi che attaccano la libertà di stampa, più di 1.500 giornalisti russi sono fuggiti all’estero dall’invasione dell’Ucraina nel 2022. L’Europa rimane l’unica regione a includere paesi classificati come “buoni”, anche se la situazione in nazioni come la Grecia solleva preoccupazioni serie. La Grecia ha ottenuto il peggior risultato in Europa (88° posto in classifica generale), sotto l’Ungheria e la Polonia. 

La regione del Maghreb-Medio Oriente è quella con la situazione peggiore nell’indice mondiale sulla libertà di stampa del 2024. Nell’ultimo anno, “i governi di tutta la regione hanno tentato di controllare e limitare i media attraverso la violenza, gli arresti e le leggi draconiane, aggravati dalla sistematica impunità per i crimini di violenza contro i giornalisti”.

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