(S.A.) Massimo Giannini, editorialista di Repubblica, ha raccontato di essere stato svegliato alle 4 del mattino da quattro agenti di polizia che gli hanno notificato una querela per diffamazione. Il ministro dell’Interno Piantedosi si è scusato e ha parlato di “eccesso di solerzia”.

Giannini il 25 maggio era ospite della trasmissione televisiva “Otto e mezzo”, insieme a Italo Bocchino, Direttore del Secolo d’Italia, il quale non è sembrato impressionato dall’accaduto. In studio si discuteva delle polemiche sui tre giornalisti fermati a Roma dalla polizia prima di un blitz di “Ultima Generazione”. “Due mesi fa a Milano, reduce da una puntata di Fazio, nella quale avevo dato giudizi critici rispetto alla maggioranza di governo, sono andato a dormire in hotel – ha raccontato Giannini – e alle 4 di notte mi hanno svegliato 4 agenti di polizia per notificarmi una querela per diffamazione”. Il giornalista ha chiesto ai poliziotti il motivo dell’urgenza. “Si fa, è la prassi”, la risposta degli agenti.

Dal 25 aprile Giannini anima su WhatsApp e su Facebook il “Movimento 25 aprile”, per la difesa della Costituzione.

Enrico Costa (Azione) ha definito l’episodio “incomprensibile e ingiustificabile”, sottolineando che le notifiche burocratiche dovrebbero essere eseguite in orari regolari, fra le 7 e le 20, non durante la notte. Nicola Fratoianni (Alleanza Verdi Sinistra) ha definito il comportamento delle forze dell’ordine “insostenibile” e ha parlato di “Stato di Polizia”.

Giannini ha ricevuto la telefonata di Matteo Piantedosi. Il ministro dell’Interno si è detto sinceramente dispiaciuto dell’accaduto. Piantedosi ha sottolineato che si è trattato di un “fatto oggettivamente molto grave”, sul quale si stanno effettuando tutti gli accertamenti necessari. La prima spiegazione plausibile che viene in mente al ministro è “un eccesso di solerzia”. “A nome mio e della polizia le rinnovo le nostre scuse”, dice Piantedosi al giornalista che ha replicato: “Il suo è stato un gesto doveroso ma non scontato, visto il clima politico nel quale viviamo”.

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