(S.A.) I giornalisti francesi chiedono una parte di ciò che i giganti Google e Facebook versano ai loro editori. Grazie anche al loro lavoro. 

La storia comincia cinque anni fa, il 17 aprile 2019, quando la direttiva europea Damun ha introdotto il diritto per gli editori di giornali di ottenere un compenso per il riutilizzo delle loro pubblicazioni da parte dei servizi di comunicazione pubblica online. In questo provvedimento legislativo era previsto, inoltre, che una parte dei rimborsi pagati dalle piattaforme Internet agli editori venisse destinata ai giornalisti e agli altri autori che contribuiscono ai contenuti delle pubblicazioni giornalistiche.

contratti con i giganti

Il sindacato francese Snj-Cgt, insieme ad altre sigle sindacali come Cfdt-Journalistes, Sgj, Sgj-Fo, Scam, Adagp, Upp e Saif, ha richiamato l’attenzione su questo tema in una nota pubblicata il 27 maggio 2024. Nel comunicato si evidenzia sono stati conclusi una dozzina di contratti tra alcuni editori della stampa francese e giganti digitali come Google e Facebook per la remunerazione dei contenuti che questi ultimi “prelevano” dai media e pubblicano. Ma gli editori non hanno versato una parte dei compensi ai giornalisti e agli altri autori: gli accordi, raggiunti dopo lunghe e difficili trattative, hanno permesso alla stampa di ottenere nuovi ricavi, ma nonostante gli impegni presi, molti editori non hanno rispettato la promessa di dividere le somme ricevute con i creatori dei contenuti.

diritti connessi

I sindacati sottolineano l’importanza della legge proposta dal deputato Laurent Esquenet-Goxes, che mira a garantire i diritti di stampa connessi. Richiedono che la legge sia accompagnata da obblighi di trasparenza per editori e agenzie di stampa nei confronti degli autori, e che siano previste sanzioni in caso di inadempienza.

Il comunicato conclude con alcune proposte per migliorare la situazione attuale. In particolare, si suggerisce di determinare un tasso di ripartizione tra autori ed editori simile a quello delle licenze radiofoniche legali tra artisti musicali e produttori fonografici, un modello 50/50. Viene ribadita la necessità di un quadro legislativo rigoroso per garantire negoziati equi e trasparenti. È considerato inconcepibile che gli autori non beneficino di una parte equa della ricchezza che contribuiscono a creare. 

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