(di francesco garibaldi)
Il negozio di alimentari bengalese all’angolo della via, il ristorante cinese di riferimento, il “kebabbaro” turco amato dagli adolescenti: solo pochi esempi (e stereotipi) di imprenditori immigrati in Italia che hanno un riscontro diretto nelle vite di noi tutti. Alcuni di loro, dal niente, sono stati in grado, negli ultimi anni, di lanciare, nei settori più diversi attività di business di successo con passione, sacrificio e dedizione, e con il comune denominatore del duro lavoro.
Sono undici le storie di imprenditori immigrati raccolte da Karima Moual, giornalista de La Stampa e La Repubblica, in “Il freddo in Africa. E altre storie di un’Italia nata altrove” (collana “Bellissima”, ed. Luiss University Press). In un momento storico in cui il fenomeno è diventato, in particolar modo per le destre, un cavallo di battaglia elettorale e una minaccia da contrastare, il volume fotografa e valorizza casi concreti di “immigrazione positiva”.
fatturato e cultura
Evelyne, Abdessalam, Mohamed, Gaphios, Madi, Indrit, Sun, Halima, Yassin, Mbaye sono donne e uomini che, dopo esperienze di vita nei propri Paesi hanno deciso di investire nel nostro Paese e gettarsi “in una battaglia di emancipazione, riconoscimento e valorizzazione che non si gioca solo con i conti del fatturato annuale, ma anche con la cultura”.
Classe 1969, Mohamed Radwan Kawatmi partì a 17 anni da Aleppo, via nave, per Napoli. Imparò la lingua a Parma stando con la gente. Da giovane neolaureato, fece la fortuna della Indesit, aiutandola a conquistare il Medio Oriente. Poi, in proprio, fondò la Hirux International, leader degli elettrodomestici, con sede a Milano e stabilimenti in Giordania e Cina e con cui, da presidente con un fatturato milionario, dà oggi lavoro a 200 persone.
valentino e balenciaga
Sun Juje (Gei Gei), imprenditore trentaduenne di seconda generazione, nato in Italia da genitori cinesi, gestisce a Milano un’azienda che si occupa di import-export di cibo asiatico da 75 milioni di fatturato con 130 dipendenti, tra cui molti italiani, con cui gioca insieme al Fantacalcio.
Halima Hadir, nata a Casablanca, con il brand da lei lanciato, Safira Milano, ha contaminato la sua idea di moda con spruzzate di Italia e di Marocco. Le sue creazioni sono oggi esposte, accanto agli abiti di Valentino e Balenciaga, nelle più prestigiose boutique del lusso in tutta Europa e anche in Russia.
microcredito moderno
Sono solo tre highlights delle storie di successo, condite dalle testimonianze dirette dei protagonisti, incluse da Moual nel volume, condito da una lunga intervista in appendice al Premio Nobel Mohammed Yunus, ideatore del microcredito moderno, un sistema di piccoli prestiti destinati a imprenditori troppo poveri per ottenere fiducia dai circuiti bancari internazionali.
Facilitare l’imprenditorialità tra i migranti residenti nell’Ue era uno dei 3 pilastri che la Commissione Europea aveva inserito nel Piano d’azione 2020 sull’imprenditoria.
Filati e tessuti di lana
Gli stranieri in Italia (oggi 5 milioni censiti) non hanno in realtà bisogno di facilitazioni: gli imprenditori sono tantissimi (oltre 750.000. Dato: Fondazione Moressa), con Cina, Romania e Marocco tra i Paesi più rappresentati, e sempre più in crescita verticale (+31,6% negli ultimi dieci anni). Massimo emblema è Prato, dove l’imprenditoria cinese si è inserita in un ecosistema produttivo tessile fortemente colpito dalla crisi del 2008, facendo diventare la cittadina toscana il maggior centro di settore a livello europeo (e tra i più importanti a livello mondiale) per le produzioni di filati e tessuti di lana.
Nel nostro Paese, la presenza di imprenditori stranieri è stata favorita, negli ultimi anni, da un graduale disimpegno degli omologhi italiani: in tutto il territorio, tante aziende in crisi sono state cedute ad acquirenti immigrati. Un “effetto sostituzione” avvenuto senza forzature, che, nella diversità, ha arricchito l’Italia.
Karima Moual scrive per La Stampa e La Repubblica. Ha collaborato con Il Sole 24 ore, TG1, Unomattina eRadio1. È stata editorialista per il quotidiano Al Akhbar e ha realizzato reportage e documentari, tra i quali “La luna da occidente”. Si occupa di politica mediorientale, mondo arabo e immigrazione.