Cinquanta giornalisti di tutto il mondo hanno sottoscritto una lettera di protesta che denuncia l’impossibilità (in questa edizione più che nelle scorse) di realizzare interviste ai protagonisti dei film presenti alla Mostra del Cinema di Venezia. Una lamentela in questo senso era stata già esternata da una giornalista freelance tedesca nella conferenza stampa di presentazione delle giurie.
“Il giornalismo cinematografico è a rischio di estinzione. La Mostra del Cinema di Venezia è appena iniziata e sappiamo già che per molti film in anteprima mondiale quest’anno non verrà rilasciata alcuna intervista alla stampa. Zero, zero, nada”, si legge nella lettera raccontata dall’Agenzia Agi. “Questa decisione, influenzata dagli studios e sostenuta da molti pubblicitari, mette in pericolo un’intera categoria di giornalisti, in particolare i freelance, che con il loro lavoro appassionato e incessante spesso contribuiscono al successo dei film, danno voce e prestigio a registi e attori, e contribuiscono ad accendere il dibattito su progetti che puntano agli Oscar, ai Golden Globe e ad altri prestigiosi premi”.
“Dopo i tappeti rossi dell’anno scorso, privi di star hollywoodiane e della maggior parte dei registi coinvolti negli scioperi della Dag-Aftra e della Wga, questa edizione promette di essere ricca di star -prosegue la lettera- Il problema è che quasi tutti i protagonisti dell’81esima Mostra del Cinema non saranno disponibili per attività di stampa, se non per sfilare sul tappeto rosso e parlare alla conferenza stampa ufficiale. Questa presa di posizione va avanti da un po’ di tempo, anche in occasione di altri festival, come Cannes e Berlinale. Tuttavia, la portata della loro indisponibilità durante questo festival è senza precedenti. Il festival porta nomi per ottenere prestigio ed esposizione mediatica, ma poi sembra dimenticarlo quando si trova di fronte giornalisti veri e propri”. Una dinamica definita “scioccante e profondamente preoccupante”, che rischia di “veder scomparire centinaia di giornalisti e testate accreditate e di lasciare all’intelligenza artificiale il commento dei film e l’opinione dei loro autori”.