Giovedì 12 settembre, la testata di Repubblica online si colora di giallo. Non per scelta grafica, ma per un accordo pubblicitario con un marchio di moda, Dior e il suo profumo. Il Comitato di redazione ha protestato. E, in contemporanea con la protesta, il colore giallo è svanito.
“Non sfuggirà -si legge nel comunicato inviato alle colleghe e ai colleghi dai rappresentanti sindacali- il valore simbolico di una scelta del genere. Cioè una testata giornalistica, che si definisce indipendente, pronta ad ‘affittare’ il proprio nome, il proprio marchio, su richiesta di un inserzionista pubblicitario (o su proposta della concessionaria di pubblicità). Scelte di questo tipo, che possono pure avere un senso economico nell’immediatezza, rappresentano invece una pesante ipoteca sulla reputazione del giornale”.
risultati di bilancio
Ma -secondo il Cdr- “occorre voler bene a Repubblica per capirlo. La gestione degli ultimi anni del gruppo Gedi, o per meglio dire ciò che ne rimane, conferma invece quel che ribadiamo da tempo: questo management non ha nessuna passione editoriale né rispetto per la missione che ci siamo dati, cioè il giornalismo. Con quali risultati? Li abbiamo sotto gli occhi, bilancio dopo bilancio”.
Ricorda il Cdr che Repubblica ha una storia da difendere e non esiste futuro senza la tutela della propria identità: “Non servono gli appelli della direzione alla nostra ‘identità’ quando questa, in maniera così smaccata e plateale, viene deformata per ragioni pubblicitarie. Vorremmo dire che non siamo in vendita e che non tutto può essere vincolato a interessi altri rispetto al giornalismo”.
libertà di parola
Il Cdr afferma che questa però rimane una enunciazione di principio, visto che ogni sollecitazione e protesta è finora caduta nel vuoto. Conclusione: “Per fortuna ci resta la libertà di parola e in questo caso di denuncia: tutto ciò non sta avvenendo in nostro nome”.
Riguardo alla invasione della pubblicità nei contenuti informativi Repubblica è stato il primo giornale italiano a darsi un codice in dieci punti. E il Direttore Molinari aveva risposto con una serie di impegni.
Professione Reporter
(nella foto, John Elkann, presidente di Gedi)