di MARCO CIANCA

In nove mesi, le mille persone più ricche del mondo hanno recuperato tutte le perdite subite per l’emergenza sanitaria mentre i poveri per riprendersi dalla catastrofe e per tornare al normale, miserabile, standard di vita potrebbero impiegare oltre 10 anni. A pagare il conto sono soprattutto le donne perché impiegate nei settori maggiormente penalizzati. Una strage rosa. L’aumento delle diseguaglianze si registra, per la prima volta da almeno un secolo, contemporaneamente in ogni Paese.

Dall’ inizio della pandemia i dieci “Paperon de Paperoni” che nuotano nell’oro hanno aumentato di 540 miliardi di dollari la propria ricchezza. Una somma che sarebbe più che sufficiente a pagare il vaccino per tutti gli abitanti del pianeta. Sono i calcoli dell’Oxfam (Oxford committee for famine relief), l’organizzazione che ha come bandiera la lotta alle ingiustizie. Il rapporto, intitolato “il virus della diseguaglianza”, qui in Italia è passato quasi inosservato, sepolto sotto le inutili parole della crisi di governo. Tra i primi a rilanciare sul proprio sito gli agghiaccianti dati è stato Beppe Grillo, ma le sue creature, i Cinquestelle, tutti occupati a discutere del governo e della propria sopravvivenza, non se ne sono fatti cura.

occhiata pietosa

L’annuale studio viene presentato a gennaio, in occasione del Forum di Davos. Un’occhiata pietosa e finisce subito nel cestino delle denunce inascoltate. Tanto più quest’anno che il tradizionale summit, rinviato a data da destinarsi, è stato sostituito dal confronto a distanza tra i Potenti della Terra. Un’esibizione di muscoli, più che altro. Il dittatore cinese, Xi Jinping, e quello russo, Vladimir Putin, con la scusa di volerli scacciare, hanno richiamato i rischi di nuove guerre fredde. Nonostante gli sforzi di Angela Merkel e di Emmanuel Macron, i temi della trasparenza e della libertà sono restati ai margini. Figuriamoci quelli dell’uguaglianza!

La contesa dei vaccini dimostra che le case farmaceutiche e gli interessi nazionali prevalgono su ogni considerazione di globale solidarietà. La verità è che tutti aspettano la sconfitta del Coronavirus, pensando di ripartire da dove il gioco è stato interrotto. L’estate viene attesa come lo spartiacque per poter suonare il rompete le righe. Una forte ripresa dei consumi e della relativa produzione di beni e servizi viene indicata come un nuovo Eldorado. Magari con un pizzico di inflazione, non troppo per evitare una crescita di tassi di interesse, ma tale da infondere una positiva energia nel corpo malato dell’economia. Una febbretta per far risalire un po’ prezzi e tariffe. E anche i menù di bar, alberghi e ristoranti, che dovranno rifarsi della lunga inattività.

denaro e felicità

Ancora una volta siamo abbacinati dall’illusione che il mercato risolverà ogni problema, facendo circolare denaro e felicità. È prevedibile che quando potremo gettare via le mascherine, ci sarà una corsa all’avere, dimenticando le riflessioni sull’essere indotte dalla paura e dall’isolamento. Ma quanto potrà durare?

Il centro studi della Confindustria auspica che la gente ricomincerà a spendere dopo quasi un anno di austerità imposta dall’emergenza. Ma queste previsioni non tengono conto di due considerazioni essenziali: 1) gli acquisti si sono in buona parte trasferiti su internet, arricchendo a dismisura Jeff Bezos e la sua Amazon; 2) la povertà crescente ha intaccato i risparmi delle famiglie costrette a farsi carico di figli e parenti inghiottiti dal gorgo del non lavoro. Per molti la distanza dalla miseria equivale ad un mese di stipendio, non c’è nessun fondo di barile da raschiare. Che succederà quando avranno fine la cassaintegrazione in deroga e il blocco dei licenziamenti? Poi c’è una questione salariale grossa come una casa. Un manager che tutela i profitti guadagna mille e quattrocento volte in più rispetto ad un’infermiera che salva vite.

orsi e tori

È l’intero sistema capitalista a ballare, sia quello con la bandiera rossa issata a Pechino sia quello delle democrazie liberali. I piccoli risparmiatori che si sono coalizzati, aggirando le norme, per salvare le azioni di GameStop, un’azienda di videogiochi destinata al fallimento dagli speculatori tradizionali, stanno facendo tremare le Borse. Orsi e tori escono dal recinto dei grandi fondi e vengono pungolati dalla plebe. Nulla potrà più essere come prima.

Facciamo nostre le parole della scrittrice indiana Arundhati Roy: “Questa pandemia è un portale, un passaggio tra un mondo e l’altro. Possiamo scegliere di varcarlo, trascinandoci dietro le carcasse dei nostri pregiudizi e del nostro odio, della nostra avarizia, delle nostre banche dati e delle nostre idee morte, dei nostri fiumi inquinati e dei cieli fumosi. Oppure possiamo attraversarlo camminando leggeri con pochi bagagli, pronti a immaginare un altro mondo. E pronti a lottare per esso”.

(2 febbraio 2021, per Il Diario del Lavoro, con il titolo “Il Ballo del capitalismo”)

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