di SOFIA GADICI

“Voi con queste gonnelline mi provocate”. L’inchiesta si chiama così. L’ha condotta l’Investigative Reporting Project Italy (IRPI) e riguarda sessismo e molestie sessuali nelle Scuole di giornalismo riconosciute dall’Ordine. Giornalisti docenti che colpiscono allieve. Duecentotrentanove interviste, un terzo delle studentesse si dichiara vittima, metà degli intervistati hanno assistito o hanno saputo di gravi episodi.

Tre giornaliste, Francesca Candioli, Roberta Cavaglià e Stefania Prandi, per otto mesi hanno raccolto le testimonianze di 239 studentesse e studenti delle 10 scuole di giornalismo riconosciute dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, svelando un quadro sconcertante. Anche se il campione analizzato, a detta delle stesse autrici dell’inchiesta, non può considerarsi esaustivo, emerge che negli ultimi 10 anni un numero consistente di studentesse ha subito discriminazioni, molestie verbali e sessuali durante i corsi o gli stage curricolari. Un terzo delle intervistate ha descritto nel dettaglio, con nomi e cognomi, gli abusi subiti e ha fornito prove come screenshot, email, documenti e video. La metà delle persone sentite ha riferito di aver assistito o saputo di molestie sessuali e verbali, tentate violenze sessuali, atti persecutori, stalking, ricatti e discriminazioni di genere. 

altre realtà

Dalle informazioni riportate nell’inchiesta si evince che non sempre gli episodi vengono portati all’attenzione dei vertici delle Scuole. Ma lì dove questo accade i soggetti responsabili vengono allontanati. Va sottolineato però che all’allontanamento non seguono altri provvedimenti. Non si è mai passati alle vie legali e, in alcuni casi, le persone che hanno compiuto molestie e discriminazioni sono andate ad insegnare in altre scuole o in altre realtà universitarie. 

IRPI Media è il primo centro di giornalismo investigativo non profit fondato in Italia. Nato nel 2012, ha prodotto inchieste pubblicate su testate italiane e internazionali e nel 2020 ha dato vita al magazine online IrpiMedia. IRPI è membro della Global Investigative Journalism Network (GIJN), la rete globale dei giornalisti investigativi. Nella scorsa primavera IRPI ha realizzato un’inchiesta sullo stress nelle redazioni.

questionario anonimo

L’inchiesta appena pubblicata prende il titolo da una frase specifica pronunciata da un formatore della Scuola di giornalismo radiotelevisivo di Perugia, “Voi con queste gonnelline mi provocate”, e alterna i racconti delle vittime e dei testimoni delle molestie alle reazioni delle scuole a cui è stato chiesto un commento. Vengono anche riportati i pareri di esperte in psicologia sociale e della Presidente dell’Associazione “GiULiA giornaliste”. Vengono inoltre forniti un vademecum redatto dall’avvocata penalista Virginia Dascanio, con la speranza che possa aumentare la consapevolezza generale sul fenomeno e un questionario anonimo per raccogliere ulteriori denunce.

Riguardo alla Scuola di Perugia, fondata nel 1992 dall’Università degli Studi di Perugia e dalla RAI, e dove gli insegnanti sono prevalentemente giornalisti Rai, gli episodi venuti alla luce sono due, uno nell’ambito di un seminario di quattro giorni, l’altro più prolungato nel tempo. I testimoni hanno riferito, oltre a frasi discriminatorie, una “costante ricerca di contatto fisico” indesiderato e insistenti richieste di incontri fuori dalle strutture e dagli orari scolastici. In entrambi i casi le persone a cui sono stati attribuiti questi comportamenti sono state “allontanate in via definitiva e perpetua” dalla scuola, come ha riferito l’ente formativo interpellato da IRPI.

incontri privati

Nelle tre Scuole presenti a Milano, invece, sono stati registrati comportamenti fortemente discriminatori da parte di diversi formatori, con apprezzamenti non richiesti, offese basate sull’aspetto fisico e affermazioni come “le donne non sono fatte per questo mestiere”, in riferimento al giornalismo. È emerso il caso di un contatto fisico non richiesto, di incontri privati che hanno messo a disagio le allieve, di regali, di complimenti inviati in chat private, di comportamenti persecutori, di avances insistenti e mobbing a seguito di rifiuti. “Una sola segnalazione ricevuta negli ultimi dieci anni. Decisione immediata: docente allontanato. Non sapevamo nulla di altri casi di molestie, altrimenti saremmo intervenuti in modo netto e deciso”, ha spiegato Venanzio Postiglione, direttore della Scuola Tobagi. “Non siamo a conoscenza di nessuna di queste segnalazioni”, hanno spiegato i vertici del master di Giornalismo dello IULM, che hanno aggiunto: “Avendone avuto contezza ora grazie alla vostra inchiesta, saremo pronti con l’Ateneo a verificare qualsiasi episodio per superare atteggiamenti del genere, non solo opinabili ma condannabili”. “Mi descrivete una realtà che avrei immaginato trent’anni fa, e mi sorprende sentirla ancora oggi”, ha commentato Riccardo Sorrentino, presidente dell’Ordine della Lombardia. “Voglio dire alle studentesse – ha continuato Sorrentino – di non farsi problemi a segnalarci le molestie, ogni testimonianza verrà presa in seria considerazione dal nostro Consiglio di disciplina”.

durante gli stage

Per quanto riguarda il Master di Bologna, invece, è emerso il trauma psicologico subito da un’allieva a causa del comportamento di un docente: costui avrebbe avanzato esplicite richieste sessuali durante un’attività esterna alla scuola, oltre ad averla precedentemente tempestata di videochiamate e domande sulla sua vita sentimentale e sessuale. Altre testimonianze hanno svelato episodi di molestie, verbali e fisiche, accaduti durante gli stage, le esperienze lavorative obbligatorie da svolgere nelle redazioni di giornali e tv. La Scuola, l’Università e l’Ordine regionale dell’Emilia Romagna hanno affermato di non essere mai stati informati di questi episodi.

Altri casi sono emersi dai racconti delle studentesse e degli studenti delle due Scuole di giornalismo di Roma. Relativamente al Master della scuola LUISS sono emersi tre episodi, di cui solo uno è stato riferito ai vertici della scuola. Si tratta di episodi che a livello penale, ha affermato l’avvocata Iannelli, si sarebbero potuti configurare come reati di “stalking abbastanza lieve”, “molestie con mezzo del telefono” e “tentata violenza sessuale”. “Per noi è ancora una ferita aperta”, ha spiegato Gianni Riotta, Direttore del Master di Giornalismo e Comunicazione multimediale della LUISS, in riferimento all’unico caso denunciato alla scuola. “L’alunna ci ha raccontato di aver subito una molestia – ha continuato Riotta – e per noi è stata la dimostrazione che c’è un clima di fiducia tra docenti e alunni. La persona che si è resa responsabile di quanto accaduto non ha mai più messo piede alla LUISS”. 

rapporto con gli allievi

Relativamente al master della LUMSA gli episodi emersi hanno riguardato prevalentemente stage: avance, apprezzamenti fisici, richieste di appuntamento, domande intime poste in privato e in pubblico, invio di materiale multimediale esplicito. “Non ne sapevamo nulla: i casi di molestie segnalati mi colpiscono moltissimo, soprattutto in una scuola dove il rapporto con i nostri allievi è sempre stato il nostro punto forte”, ha commentato Carlo Chianura, direttore dal 2016 del master romano. “Siamo sempre stati molto selettivi nella scelta delle redazioni dove far svolgere gli stage ai nostri alunni – ha aggiunto Chianura – ma qui siamo in tutt’altro campo, quello delle molestie, dei reati».

Il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Bartoli, posto davanti ai risultati dell’inchiesta ha affermato di non avere mai ricevuto, neppure in via informale, alcuna segnalazione in merito ai fatti svelati. Ha assicurato che se gli fossero giunte notizie in tal senso “sarebbe stata immediatamente avvertita la Procura interessata”. Ha giudicato “gravissimi” i fatti e ha aggiunto che “il Consiglio nazionale dell’Ordine è impegnato a combattere senza alcuna esitazione, molestie, violenze e comportamenti simili non solo nelle scuole, ma anche sui luoghi di lavoro e, in generale, in qualsiasi contesto”. Bartoli ha convocato un incontro con i direttori delle Scuole di Giornalismo. Nel corso dell’incontro “è stata ribadita la necessità di intensificare la vigilanza e ogni iniziativa utile a prevenire e reprimere episodi di questo genere. E’ stato inoltre sottolineato che qualora emergessero nuovi casi, dovrà esserne data immediata comunicazione all’Ordine Nazionale. Si è convenuto di predisporre una policy allo scopo di fissare regole comportamentali da osservare da parte dei docenti e dei tutor dei Master di giornalismo presenti sul territorio”.

(immagine da Pixabay)

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