Agi chiude la sede di Milano e l’Assemblea dei redattori dell’Agenzia esprime “forte preoccupazione per il progressivo ridimensionamento della presenza sul territorio”. Il timore della redazione è che con 14 uscite da maggio a oggi, con Milano chiusa si sia conclusa la preparazione per l’ingresso del nuovo proprietario, il deputato Angelucci.

Secondo l’Assemblea è “sconcertante la decisione di trasferire i colleghi di Milano dal 2025 nel plesso Eni di Bolgiano”, soluzione che causa notevoli problemi nel lavoro giornalistico quotidiano e che cancella la storica presenza dell’agenzia nel cuore economico del Paese. L’Assemblea chiede ad Azienda e Direzione di individuare rapidamente almeno un ufficio operativo nel centro di Milano. L’Assemblea si riconvochera’ in tempi stretti per essere aggiornata sulle risposte dell’Azienda e della Direzione.

I giornalisti dell’Agenzia sono tornati a riunirsi a circa un anno dall’inizio delle indiscrezioni sulla possibile vendita della testata al gruppo che fa capo al parlamentare della Lega Antonio Angelucci, proprietario di Libero, Giornale e Tempo: “Una prospettiva -si legge in un comunicato- alla quale il corpo redazionale si oppone fermamente poiché non garantirebbe tutti i requisiti di terzietà e indipendenza necessari a una fonte di informazione primaria. Continuiamo a chiedere chiarezza sul nostro futuro professionale a un editore che, da decenni, è garanzia di un prodotto indipendente e di solidità aziendale”. L’Assemblea ribadisce che qualsiasi eventuale ipotesi di vendita dovrebbe passare comunque da una procedura a evidenza pubblica, “in grado di individuare un editore solido e con un piano industriale trasparente”. 

Sul fronte dell’organizzazione interna, il 2024 ha visto il corpo redazionale ridursi di 14 unità dopo l’accordo sulle “isopensioni” firmato da Cdr e Azienda. Nonostante il turnover ottenuto, con l’assunzione di alcuni precari storici e l’attivazione di alcuni contratti a termine, “resta necessaria una pronta riorganizzazione interna che metta la redazione nelle condizioni più adatte a realizzare un notiziario all’altezza del nome dell’agenzia”. 

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