La parola Treccani del 2024 è “rispetto”. Questa la scelta di quest’anno del glorioso Istituto della Enciclopedia Italiana, nell’àmbito della campagna di comunicazione #leparolevalgono, volta a promuovere un uso corretto e consapevole della lingua.
“Rispetto” parola del 2024, “per la sua estrema attualità e rilevanza sociale”. La parola dell’anno 2023 fu “femminicidio”: c’erano stati 102 casi nei dodici mesi, oltre a quello di Giulia Cecchettin. Quest’anno saranno probabilmente di più.
fin dall’infanzia
Il Dizionario dell’italiano Treccani definisce il “rispetto” come un “sentimento e atteggiamento di stima, attenzione, riguardo verso una persona, un’istituzione, una cultura, che si può esprimere con azioni o parole”. “Questa parola – spiegano Valeria Della Valle e Giuseppe Patota, condirettori del Vocabolario Treccani – dovrebbe essere posta al centro di ogni progetto pedagogico, fin dalla prima infanzia, e poi diffondersi nelle relazioni tra le persone, in famiglia e nel lavoro, nel rapporto con le istituzioni civili e religiose, con la politica e con le opinioni altrui. Il termine ‘rispetto’, continuazione del latino ‘respectus’, va oggi rivalutato e usato in tutte le sue sfumature, proprio perché la mancanza di rispetto è alla base della violenza esercitata quotidianamente nei confronti delle donne, delle minoranze, delle istituzioni, della natura e del mondo animale”.
numerose espressioni
“È molto significativo – aggiungono Della Valle e Patota – che le espressioni della lingua italiana che contengono questa voce siano numerosissime: da ‘avere rispetto per qualcuna, qualcuno o qualcosa’, a ‘mancare di rispetto’, da ‘di tutto rispetto’ a ‘col rispetto dovuto’, fino alla formula ‘con tutto il rispetto’, purtroppo usata spesso impropriamente nella polemica politica come premessa di attacchi verbali aggressivi, offensivi e violenti, o all’espressione ‘uomini di rispetto’, tristemente nota per aver indicato gli affiliati alla mafia”.
Una parola citata milioni di volte, ora a proposito, ora a sproposito. La scelta dell’Osservatorio della Lingua Italiana Treccani, diretto da Della Valle e Patota, di indicarla come parola dell’anno intende sottolineare da una parte la necessità di un suo uso semanticamente e civilmente corretto, dall’altra la sua funzione indicatrice di un valore da condividere nella società civile: per rispetto delle persone, delle istituzioni, delle diverse culture, dell’ambiente e di tutti gli esseri viventi.