Bill Gates, 69 anni, fondatore di Microsoft, uno dei creatori della rivoluzione dei computer, prende le distanze dai suoi “colleghi”, diventati fiancheggiatori di Trump. In una intervista al New York Times del 4 febbraio 2025 (“Tech Pioneers stands apart from his billioners peer”, Pioniere della tecnologia si distingue dai suoi pari miliardari), dice fra l’altro: “Ho sempre pensato a Silicon Valley come a sinistra del centro. Il fatto che ora c’è un gruppo a destra del centro per me è una sorpresa”.
Una politica divisiva accelerata dalla tecnologia? “Non prevedevo che potesse accadere”. La tecnologia utilizzata con arma contro l’interesse pubblico più largo? “Questo non l’ho proprio previsto!”. E aggiunge: “Elon Musk, Jeff Bezos, Mark Zuckerberg: il loro successo gli ha dato un potere che mi sembra stanno usando, entusiasticamente e anche allegramente, in modi divisivi”.
Quando nel 2017 recensì il libro di Yuval Noah Harari “Homo Deus”, Bill Gates fu critico verso l’ammonimento dello storico e filosofo su un futuro in cui le élite crescevano grazie alle tecnologie e le masse restavano a marcire. Bill Gates scrisse: “Il futuro non è preordinato”. Ora Harari ha pubblicato un nuovo libro, “Nexus”, in cui sostiene: ”Nonostante tutta questa informazione che circola alla velocità del respiro, l’umanità è più vicina che mai ad autodistruggersi”. E Bill Gates cambia parere: “Vedo che Harari irride quelli come me che vedono più informazione sempre come una cosa buona. Ebbene devo dire che Harari aveva ragione e io avevo torto”.