di STEFANO AVANZI
La salute di Papa Francesco, ricoverato per una polmonite bilaterale, hanno scatenato un’eccezionale attenzione mediatica, con speculazioni, ricerca di scoop, fake news, iper protezione da parte vaticana e sanitaria.
Durante un briefing con i medici al Policlinico Agostino Gemelli, una giornalista ha fatto una domanda che ha messo in luce il confine tra diritto all’informazione e rispetto della privacy: è possibile diffondere una foto ufficiale del Papa ricoverato? La risposta è stata: no. I medici hanno sottolineato che, in quanto paziente, la sua condizione di salute deve essere trattata e tutelata con lo stesso rispetto e la stessa privacy di chiunque altro.
equilibrismo dialettico
Il 21 febbraio 2025, il professor Sergio Alfieri, medico del Policlinico Gemelli, ha fornito un aggiornamento sulle condizioni di Papa Francesco, ricoverato per una polmonite bilaterale. Con un equilibrismo dialettico ha detto che, nonostante la gravità della situazione, il Papa “non è in pericolo di vita, ma non è fuori pericolo”. Il rischio principale -hanno affermato- è che l’infezione possa evolversi in sepsi, sebbene al momento non ci siano segni di complicazioni. Il Papa resterà ricoverato per almeno un’altra settimana. Ma quella frase sul pericolo appare una contraddizione in termini.
Lunedì 17 febbraio, su Affari Italiani, Fabio Carosi ha scritto un pezzo sulla “grande paura” in Vaticano, con tre possibili eventi clamorosi nel 2025: l’ipotesi che il Giubileo possa essere turbato dal lutto mondiale, accompagnato da funerali di Stato e dal Conclave.
lettera di dimissioni
Il cardinale Gianfranco Ravasi, intervistato dal Corriere della Sera, ha riflettuto sulla salute di Papa Francesco e sulla gestione delle informazioni. Alla domanda sulle possibili dimissioni del Pontefice, Ravasi ha risposto che la decisione spetterebbe solo a lui, se le sue condizioni fisiche lo rendessero necessario. Inoltre, ha rivelato che Francesco aveva già firmato una lettera di dimissioni all’inizio del pontificato, consapevole delle sfide legate alla salute.
Il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano – sempre sul Corriere della Sera – ha definito inutili le speculazioni sulle possibili dimissioni di Papa Francesco, attualmente ricoverato al Gemelli, sottolineando che la priorità è la sua salute e il suo ritorno in Vaticano.
fenomeno ripetuto
L’infodemia che accompagna la figura del Papa è un fenomeno ripetuto. Ravasi ha parlato di una “bolla mediatica”, in cui la comunicazione globale non solo diffonde la verità, ma alimenta anche interpretazioni distorte e voci false. “Martedì sera (18 febbraio 2025) – racconta – un giornalista mi ha chiesto se fossi venuto a vedere il ritorno del Papa a Santa Marta. Era girata voce che la sua situazione fosse ormai disperata”. In effetti, nei giorni scorsi, sui social e su alcuni siti di informazione, sono circolate false notizie sulla presunta morte del Papa, nell’assenza di qualsiasi conferma ufficiale.
Francesco non morirà in ospedale, secondo il rituale che stabilisce che il Papa debba essere riportato in Vaticano prima della morte. Quando il momento arriverà, il Papa sarà trasferito nella sua cappella privata in Vaticano. Seguiranno la Messa esequiale nella Basilica Vaticana e la sepoltura nella chiesa di Santa Maria Maggiore.
polarizzazione ideologica
La diffusione di notizie false è legata non solo a una sensazione di incertezza, ma anche a una polarizzazione ideologica che attraversa l’odierna Chiesa cattolica. Ravasi ha osservato come ci sia una forte corrente anti-Bergoglio, particolarmente presente nei siti americani, che esprime un’attesa di “mutamento” attraverso la diffusione di bufale.
La risposta del Vaticano alle fake news è stata chiara: “Le informazioni le diamo con regolarità, le fake news si commentano da sole“, ha dichiarato una fonte vaticana.
Le bufale sul decesso del Papa non sono una novità. Nel 2018, una fake news sulla morte di Benedetto XVI si diffuse rapidamente online, proveniente da un sito del Lazio che aveva ricevuto la notizia da una fonte considerata affidabile. Nonostante la smentita immediata e le scuse, la notizia si è rapidamente propagata, anche grazie alle dichiarazioni del Papa emerito, che parlava del “pellegrinaggio verso Casa” a causa della sua salute.
tv latinoamericana
Anche Giovanni Paolo II fu vittima di false notizie sulla sua morte. Nel 1996, una tv latinoamericana annunciò erroneamente la sua scomparsa, creando un caos mediatico. Inoltre, negli anni ’90, durante una messa a San Pietro, si diffuse la voce della morte del Papa.
Nel 1958, la salute di Papa Pio XII iniziò a declinare rapidamente, costringendolo a trasferirsi al Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo per un periodo di riposo. Nonostante le difficoltà respiratorie e un forte singhiozzo, il 5 ottobre il Papa celebrò la messa e impartì la benedizione ai fedeli. Tuttavia, la sua condizione si aggravò durante la notte, quando fu colpito da un’ischemia che lo portò in coma, richiedendo l’amministrazione dell’Estrema unzione. La notizia della sua malattia si diffuse velocemente, ma fu un episodio a generare confusione: l’archiatra (medico) pontificio Riccardo Galeazzi Lisi, scattò alcune fotografie mentre Pio XII era semicosciente, intubato, vendendole poi alla rivista Paris Match.
annuncio errato
Il 6 ottobre, Pio XII mostrò segni di miglioramento, trascorrendo la giornata in preghiera, ma la sua salute peggiorò di nuovo il giorno successivo. Il 7 ottobre ebbe una crisi cardio-circolatoria più grave e la mattina dell’8 ottobre fu erroneamente diffusa la notizia della morte: c’era un accordo tra alcuni giornalisti e Galeazzi Lisi, che avrebbe dovuto avvisarli del decesso agitando un fazzoletto dalla finestra del palazzo; una suora, inconsapevole dell’accordo, aprì la finestra e così causò l’errato annuncio.
L’agonia di Pio XII continuò per altre 16 ore, la morte avvenne alle 3,52 del 9 ottobre 1958. Nonostante i tentativi di conservazione, l’imbalsamazione effettuata da Galeazzi Lisi non fu efficace, accelerando la decomposizione del corpo. La salma fu quindi trasportata in Vaticano su un carro funebre comune, decorato con un baldacchino. Una volta giunta in Vaticano, il corpo fu esposto alla venerazione dei fedeli per nove giorni, mentre i medici cercarono di rallentarne il decadimento. Pio XII fu sepolto nelle Grotte Vaticane, segnando la fine di una tradizione di ostensioni e cerimonie funebri pontificie, che sarebbero cambiate con i successori.
(nella foto, conferenza stampa sulla salute del Papa: i medici Luigi Carbone e Sergio Alfieri)