La Fnsi, l’Ordine nazionale, l’Ordine della Lombardia intervengono per tutelare il lavoro giornalistico autonomo, di solito poco tutelato, ora in sofferenze più grandi per l’emergenza.

“Come gli avvocati, i commercialisti e molte altre categorie di professionisti – scrive la Federazione nazionale della stampa- anche i lavoratori autonomi giornalisti possono andare incontro ad una riduzione del reddito dovuta, per esempio, alla riduzione di pagine dei quotidiani o alle difficoltà nella mobilità.

Il miglior sostegno al reddito resta il lavoro e per questo la Fnsi è impegnata non soltanto ad assistere i comitati di redazione per far sì che tutte le testate giornalistiche possano continuare ad operare in condizioni di sicurezza, senza subire limitazioni o penalizzazioni”. Il governo con il primo decreto ha deciso che debbano essere le casse previdenziali private a farsi carico del sostegno al reddito e dei necessari interventi straordinari a carico dei lavoratori non dipendenti. L’Inpgi sta mettendo a punto provvedimenti di sostegno, anche attraverso l’Adepp (l’Associazione delle casse previdenziali e delle professioni).

Il presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, Carlo Verna chiede al governo “attenzione per quanto riguarda le misure di sostegno, non solo alle imprese editoriali, che stanno anche perdendo pubblicità visto che c’è il tutto chiuso,

ma anche, e soprattutto, ai lavoratori autonomi dell’informazione, fortemente penalizzati dalla natura delle loro collaborazioni”.

Il presidente dell’ordine della Lombardia, Alessandro Galimberti, a nome del Consiglio, ha inviato al premier Conte e al sottosegretario all’Editoria, Martella, una richiesta da inserire nel decreto legge “misure urgenti per imprese, lavoro e famiglia”: indennità immediata da 500 euro per i giornalisti non subordinati/parasubordinati e la sospensione dei contributi previdenziali e assistenziali, come primo tampone, in attesa di interventi più strutturali in fase di conversione del Dl.

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