(A.F.) Il Sindaco di Venezia Luigi Brugnaro ha “schedato”, almeno a partire dal 2020, critici, oppositori e, soprattutto, giornalisti. Quelli che gli hanno dedicato servizi, commenti, inchieste. In cima alla lista, il quotidiano Domani, diretto da Emiliano Fittipaldi, e la trasmissione di Raitre Report, condotta da Sigfrido Ranucci.
La scoperta del “faldone” incriminato di un centinaio di pagine, completo di articoli giornalistici e articoli satirici sul Sindaco, confezionato dai suoi uffici, è avvenuta nel corso di un sequestro di atti nell’ufficio del suo capo di gabinetto, Derek Donadini, a Ca’ Farsetti, la sede del Consiglio e della Giunta lagunare che s’affaccia sul Canal Grande. A darne notizia è stata l’edizione de La Nuova Venezia di sabato 13 marzo, con un articolo a firma della cronista Roberta De Rossi, esponente anche del Comitato di redazione del giornale. Il sequestro è avvenuto nell’ambito dell’inchiesta giudiziaria sull’area dei Pili.
nomi e cognomi
Se la notizia fa ora discutere la città sui metodi spicci e di “dossieraggio” utilizzati dal Sindaco verso i suoi critici, tuttavia essa non desta particolare meraviglia. E’ stato lo stesso Brugnaro a mettere in guardia esplicitamente i suoi oppositori, sotto le più diverse forme, già nel corso di una diretta Facebook di fine marzo 2020: “Chi fa polemiche pretestuose sappia che avrà tempo per essere richiamato a quello che ha fatto in questo periodo. Abbiamo segnato nomi e cognomi. Seguiamo giorno per giorno tutto quello che viene scritto, scrivete pure. Noi non rispondiamo, ne parleremo un’altra volta”.
Correva l’anno delle inchieste di Domani e delle trasmissioni di Report che in seguito, nel 2024, hanno anche suscitato l’interesse della Procura della Repubblica di Venezia, che ha avviato un’indagine, per altro portata a termine solo poche settimane fa.
parole sottolineate
Nel “faldone” è stata rinvenuta una ricca raccolta di commenti, post, pagine di satira locale, tabelle, opinioni di singoli consiglieri comunali, giornalisti, ma pure di normali cittadini e rappresentanti della società civile, dove sono state annotate e sottolineate parole come “arrogante”, “prepotente”, “grebano” (in genovese “grezzo”, in veneziano “arido”) rivolte alla persona di Brugnaro e che qualificherebbero complessivamente l’atteggiamento e il comportamento del Sindaco. Lui, per tutta risposta, è tornato a commentare, come riporta la testata online VeneziaToday: “Penso che siano cose che fanno i miei tecnici, e lo continueranno a fare. Giusto che lo facciano, per avere memora di cosa ho subito per governare questa città”.
Nello schedario sono indicati anche, da 1 a 5, i voti circa la gravità delle espressioni usate da chi ha contestato nel corso del tempo il Sindaco.
(nella foto, Luigi Brugnaro)