Francesco Toiati ha 63 anni e gira per Roma con la sua macchina fotografica da quando ne aveva 22. Paese Sera, Master Photo, dal 1994 Il Messaggero. Cronista, con uno sguardo personale e una tecnica raffinata. Oggi guida un’agenzia che porta il suo nome, con sette colleghi, in esclusiva per il principale quotidiano romano.

Fino al 3 aprile a Roma, in via Crescenzio 99D, Spazio5, si può vedere una sua mostra intitolata “Il silenzio del Lockdown-Roma al tempo del Covid”. Per ricordare cosa abbiamo passato (2020-2022). Per studiare la città eterna senza esseri umani. 

Piazza di Spagna, via Sistina, San Giovanni, la spiaggia di Ostia con un solo ombrellone aperto. Fotografie dall’alto di un elicottero delle Forze dell’ordine. Oppure, da uno scooter: macchine inchiodate a bordo strada, gabbiani padroni delle piazze e delle vie, clochard più abbandonati del solito, qualcuno che sfida i divieti, il prete che dice Messa sul tetto della chiesa. Una città di solito tumultuosa privata della sua colonna sonora. Un film di fantascienza che tutti abbiamo vissuto, chiusi in casa. Tempo sospeso, in attesa della rinascita, o della fine.

La parte finale dell’esposizione racconta l’attività di Toiati fuori le mura: il terrorismo, i processi alla Banda della Magliana, i funerali di Enrico Berlinguer, i terremoti dell’Aquila e dell’Emilia, le alluvioni di Sarno, la guerra in Jugoslavia, la rivoluzione in Romania.

Quando non fotografa, Toiati è anche un ottimo suonatore di cornamusa.

(nella foto di Francesco Toiati, piazza Argentina. All’interno, Francesco Toiati)

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