di ENRICO MARIA CASINI
Un tempo, le notizie arrivavano a casa con la solennità del telegiornale delle 20, quando la famiglia si riuniva in salotto e il conduttore, con voce impostata, dettava la linea della verità. Oggi, invece, le notizie ci raggiungono attraverso notifiche sul telefono, post sui social e ricerche compulsive su Google. È ufficiale: il 2023 ha segnato la fine di un’epoca.
Secondo la prima edizione dell’“Osservatorio sul sistema dell’informazione” pubblicato dall’Agcom, gli italiani si informano ormai più su Internet che in televisione. Un sorpasso storico, che sancisce il dominio dell’informazione digitale su quella tradizionale e ridisegna il modo in cui il Paese si forma un’opinione. Ma vediamo i numeri.
canale principale
Nel 2023, il 50,7% degli italiani ha utilizzato Internet come principale fonte di informazione, superando per la prima volta la televisione, che si è fermata al 46,5%. Un dato impensabile solo quattro anni fa, quando la TV dominava con il 67,4%.
A trainare questo cambiamento sono stati soprattutto i social network, diventati il canale d’informazione principale per il 32,6% degli utenti. Seguono i motori di ricerca (Google su tutti), utilizzati dal 29,5% della popolazione per cercare notizie. Infine, i siti web di giornali e periodici rappresentano una fonte d’informazione per il 26,6% degli italiani.
Se la TV è in declino, resistono invece la radio (17,2%) e la cara vecchia carta stampata, che pur con numeri ridotti, mantiene il 6,9% di fedelissimi.
rapporto complicato
Se da un lato il modo di informarsi cambia, dall’altro rimane immutata la diffidenza nei confronti dei media. Secondo l’Osservatorio, il 30% degli italiani considera inaffidabili le notizie che circolano sui social media. Una percentuale che scende quando si parla di TV, radio e stampa, ma che comunque conferma un rapporto complicato tra cittadini e informazione.
Tuttavia, c’è un dato che sorprende: il passaparola continua a essere una delle fonti più utilizzate per informarsi, segno che, nonostante tutto, le persone si fidano ancora di più della voce di un amico che di un titolo strillato su Facebook.
selezioni delle fonti
L’epoca in cui le notizie arrivavano in maniera verticale, da pochi grandi media a milioni di spettatori, è finita. Oggi siamo immersi in un flusso continuo d’informazioni, dove la selezione delle fonti è sempre più individuale. Ma questo comporta anche nuovi rischi: la disinformazione e la polarizzazione dell’opinione pubblica sono dietro l’angolo.
Forse non è un caso che i talk show abbiano perso smalto e che i giornali cartacei facciano sempre più fatica a restare in piedi. Siamo diventati consumatori bulimici di notizie, ma sempre meno capaci di verificarle. E mentre Internet si prende il trono dell’informazione, la grande domanda resta aperta: chi ci garantirà che il nuovo sovrano sia meno manipolabile del vecchio?