Onore a Franco Abruzzo, che se n’è andato il 12 aprile a 85 anni, nella sua casa di Sesto San Giovanni, dove viveva dal 1967, assistito dalla moglie Diana e dalle figlie Vittoria e Anna Maria.

Franco Abruzzo è stato tante cose, ma Professione Reporter lo vuole ricordare per la sua newsletter sul giornalismo, che arrivava via mail a 70mila giornalisti italiani, magistrati, avvocati, docenti universitari. Ogni giorno. Informata, utile, gratuita. Con una grafica essenziale, dava notizie sul mondo dell’informazione, attraversato da tumultuosi cambiamenti. Abruzzo era un artigiano accurato e documentato, che alle notizie allegava sentenze, leggi, provvedimenti, delibere e forniva materiale a tutta la categoria per capire cosa stava succedendo. Prima di lui, con uno spirito più dissacratorio, c’era stato per sette anni, dal 2000 al 2007, Il Barbiere della Sera. Poi, ancora oggi in auge, Primaonline. Dopo di lui, che ha sospeso il lavoro nel 2019 (faceva quasi tutto da solo), è arrivata Professione Reporter e quindi l’omaggio è dovuto e doveroso. 

Per diciotto anni Abruzzo ha presieduto l’Ordine dei Giornalisti della Lombardia, dal 15 maggio 1989 al 7 giugno 2007. Rieletto in consiglio per l’ottava volta nel 2013 (Presidente Gabriele Dossena), vi è rimasto fino al 2017. Successivamente è stato eletto consigliere dell’Ordine nazionale dei giornalisti.

Nato a Cosenza il 3 agosto 1939, si trasferì a Milano nel 1962. Tre anni prima aveva iniziato l’attività giornalistica nelle redazioni calabresi de Il Tempo e de Il Giornale d’Italia. A Sesto San Giovanni iniziò a lavorare al Giorno per le pagine della provincia, come cronista giudiziario, quindi divenne caposervizio di Cronaca giudiziaria, caposervizio al Politico e alle Cronache nazionali. Nel frattempo conseguì la laurea in Scienze politiche e storiche con 110 e lode alla Statale di Milano.

Nel luglio 1975 Eugenio Scalfari lo chiamò come cronista giudiziario a la Repubblica: Abruzzo firmò per l’assunzione, poi decise di rimanere a Il Giorno. Nel dicembre del 1983 Gianni Locatelli lo volle a Il Sole 24 Ore, dove rimase fino a marzo del 2001, come caposervizio Interni, Vice redattore capo, Segretario di redazione, Redattore capo centrale.

Nel 1978 con Walter Tobagi e Massimo Fini fonda la componente sindacale Stampa democratica. Fra il 1975 e il 1982 fece parte a più riprese del Comitato di redazione de Il Giorno, del Consiglio e della Giunta dell’Associazione lombarda dei Giornalisti, del Consiglio nazionale della Fnsi. Nel novembre 2010 viene eletto consigliere dell’Associazione lombarda a  distanza di 35 anni dalla prima volta.

Anche l’insegnamento prima di Storia del giornalismo e poi di Diritto dell’informazione presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca e l’Università Iulm di Milano sono state tappe della sua carriera.

I suoi libri sono frutto dell’essere insieme giornalista e giurista: “Il giornalista, la legge e l’esame di Stato”, “Guida del giornalista” e soprattutto il “Codice dell’informazione e della comunicazione”, oltre mille pagine su cui generazioni di praticanti hanno studiato in preparazione dell’esame di Stato. 

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