Dunque, in base al Decreto Credito un imprenditore che si prenda i dividendi del suo bilancio positivo non potrà accedere ai prestiti agevolati del governo. Il Decreto Credito avrebbe potuto aggiungere: chi si prende i dividendi non può avere contributi pubblici e agevolazioni.
Non è stato aggiunto e Urbano Cairo, che sta chiedendo al governo di accedere a 50 prepensionamenti per il Corriere della Sera e a un’altra ventina per altre testate del gruppo, potrà liberamente farlo.
nelle mani del cdr
Se il comitato di redazione del corriere darà l’ok, Cairo avrà i suoi esodi dal Corriere finanziati dallo Stato e dall’Inpgi, sempre più pericolante. Dopo aver deciso di attribuire agli azionisti Rcs 15 milioni di dividendi, dei quali circa 9 e mezzo andranno a lui stesso, azionista di maggioranza.
La Federazione della stampa sta combattendo contro questo accordo, il segretario Lorusso ha annunciato che non metterà la sua firma, ma l’unica firma decisiva è quella del cdr. Secondo la Fnsi, Cairo prenderebbe oltre metà dei prepensionamenti previsti dal governo (120 in tutto) e li sottrarrebbe ad altri editori più bisognosi, visto che lui ha chiuso gli ultimi bilanci -e gliene va riconosciuto il merito- tutti in attivo. Inoltre, ribadisce la Fnsi, non si possono dare finanziamenti per la ristrutturazione aziendale a chi intasca dividendi. Per una volta, d’accordo con Lorusso sono anche l’Associazione Stampa Romana e la Associazione Lombarda dei giornalisti, sezioni territoriali della Fnsi.
la colpa del governo
Il governo ha deciso di proteggere i prepensionamenti di Cairo con il decreto credito (non sappiamo quanto coscientemente). Ma, soprattutto, il governo ha protetto Cairo e altri grandi ricchissimi imprenditori. come Elkann o Caltagirone, che potranno ricorrere ai prepensionamenti, grazie alle norme varate a fine anno. Un aiuto di Stato a chi non ne ha bisogno e un nuovo colpo durissimo all’Inpgi, che dovrà pagare altre pensioni prima del previsto. Questi sono fatti, che mettono all’angolo le buone intenzioni del sottosegretario con delega all’editoria, Andrea Martella, di salvare l’Inpgi.
Professione Reporter
(nella foto, Raffaele Lorusso, segretario Fnsi e Giuseppe Giulietti, presidente Fnsi)