E così, alla vigilia delle Festa della Liberazione del 25 aprile, il “ventennio che ha cambiato l’Italia” diventò il “Ventennio che ha sconvolto l’Italia”. Mussolini che ride nella foto, si fa serio.
E’ successo, nel giro di poche ore, al Corriere della Sera. Sulle pagine del giornale è stata pubblicizzata una serie di allegati sul fascismo. Grande foto di Benito Mussolini, che sorride dal balcone di piazza di Venezia, davanti a un oceano di folla. E poi, sotto, il titolo sul “Ventennio che ha cambiato l’Italia” e un testo che dice, fra l’altro: “Pagine avvincenti che ripercorrono origini e sviluppo di un sistema politico cruciale per la storia del nostro Paese, tuttora al centro di polemiche e discussioni. Una collana di grande attualità per riflettere sulla vulnerabilità della libertà umana e della democrazia”.
Sistema politico cruciale. Polemiche. Discussioni. Riflettere.
linguaggio attento
Un linguaggio molto attento a non prendere posizioni nette, a contenere tutto e il suo contrario. In aggiunta: la data d’inizio della vendita dei volumi assieme il Corriere è il 24 aprile, vigilia della Festa della Liberazione. Ricordiamo che come ogni anno negli ultimi anni questo giorno è fonte di scontri politici. Alessandro Sallusti, direttore del Giornale, pochi giorni prima della ricorrenza ha scritto che “il Coronavirus ci ha fatto Pure il regalo, uno dei pochi, di liberarci della retorica del 25 aprile”. Il senatore di Fratelli d’Italia Ignazio la Russa ha proposto che il 25 aprile diventi la celebrazione dei caduti di tutte le guerre.Il 19 aprile il comitato di redazione del Corriere (Giuzzi, Ottolina, Sciacca, Spadaccino, Voltattorni) scrive al direttore Luciano Fontana: “Volevamo rassegnarti il nostro sconcerto e quello di tanti colleghi per la pubblicità apparsa oggi a pagina 34 del nostro giornale. Non vogliamo entrare nel merito delle scelte di chi decide i contenuti da vendere in allegato con il Corriere della Sera, ma pubblicizzare l’uscita di una collana sul ‘Ventennio che ha cambiato l’Italia’ con tanto di foto di un sorridente Benito Mussolini in una piazza stracolma di gente è sicuramente molto discutibile. Inoltre riteniamo decisamente di pessimo gusto programmare l’uscita del primo numero della collana per il 24 aprile alla vigilia dell’anniversario della liberazione dal nazifascismo. Se non è più possibile rinviare ad altra data l’uscita della collana, almeno ti invitiamo ad una maggiore vigilanza sulle pagine promozionali inserite all’interno del giornale per salvaguardare la qualità del nostro lavoro quotidiano”.
la differenza un anno fa
Martedì 21 aprile esce di nuovo sul Corriere la pubblicità degli allegati sul fascismo, ma il titolo dice “Il Ventennio che ha sconvolto l’Italia”. Anche la foto di Mussolini è stata sostituita: il Duce non sorride più, è accigliato, la folla è svanita. Un piccolo passo, anche se ancora lontano da un giudizio politico. Il cdr è stato ascoltato, il direttore -carattere di grande mediatore- ha mediato con la divisione marketing. Il testo sotto il titolo -quello del sistema cruciale, delle polemiche, delle discussioni, del riflettere- resta identico.
L’opera (venti uscite per 6,9 euro a fascisolo), allegata al Corriere, parte dalla presa del potere di Benito Mussolini fino alla seconda guerra mondiale, con interventi di Renzo De Felice, Emilio Gentile, Roberto Vivarelli, Pierre Milza.
Poco meno di un anno fa il Corriere e la Gazzetta dello Sport allegavano la “Storia del fascismo” di Pierre Milza e Serge Berstein come apertura della serie «Dittature e totalitarismi nella storia». Nel pezzo di lancio scritto dalla Redazione Cultura del quotidiano si leggeva che “l’iniziativa, intende offrire ai lettori un ampio panorama dei regimi che, nel corso del XX secolo, hanno realizzato una nuova forma di oppressione, più completa e moderna rispetto agli assolutismi e alle tirannie del passato, attraverso la mobilitazione delle masse e l’imposizione di ideologie che sono diventate autentiche religioni profane di Stato, alle quali il cittadino doveva obbligatoriamente attenersi. Si parte ovviamente dall’esperienza italiana con il libro di Milza e Berstein, che ricostruisce le tappe dell’ascesa di Benito Mussolini e le scelte da lui compiute al potere nel corso del tempo, che finirono per precipitare il nostro Paese nel baratro della Seconda guerra mondiale e della disfatta, fino alla caduta del fascismo e alla fine dello stesso Duce dopo la tragica parentesi della repubblica di Salò”.
Toni molto diversi da quelli di oggi.
Professione Reporter