17 giugno, sciopero al Sole 24 ore. “L’assemblea dei giornalisti -dice un comunicato- considera la richiesta presentata dall’azienda di un taglio del 25% della retribuzione, attraverso il ricorso alla cassa Covid, inaccettabile sul piano sindacale e inapplicabile su quello organizzativo. L’utilizzo di un ammortizzatore è decisione che si qualifica da sé a fronte del lavoro di una redazione che in pochi giorni, in larga parte con mezzi propri e nell’inerzia dell’azienda, si è messa nelle condizioni di lavorare da remoto, assicurando ogni giorno e per tutta la durata dell’emergenza l’uscita del giornale e un’informazione digitale tempestiva e competente. La produzione garantita dalla redazione non è certo diminuita, come presuppone la richiesta di cassa Covid, semmai è aumentata in misura importante. I risultati si sono visti, sia con la crescita delle vendite in edicola sia con cifre record di lettori digitali. E a dirlo non è la stessa comunicazione aziendale, che solo lo scorso 14 maggio rivendicava risultati ‘al top a marzo: +6,3% in edicola e +145% il sito’. Una settimana di assenza della redazione ogni mese comprometterebbe di fatto la realizzazione di tutta quella serie di prodotti sia su carta sia su web che sta iniziando a produrre linee di ricavi alternative alle tradizionali forme di business. A fine maggio con lo stato di agitazione, l’assemblea del Sole ha affidato al cdr la possibilità di proclamare un voto di fiducia al direttore Fabio Tamburini.
In un comunicato, la Società editrice del Sole afferma: “Nel corso dei 7 incontri che si sono susseguiti fino all’11 giugno, l’azienda ha evidenziato la necessità di ricorrere all’integrazione salariale per contrastare gli effetti negativi dell’emergenza Covid-19, in un contesto di contenimento dei costi che vede già coinvolti tutti i settori, a partire dai collaboratori, dirigenti e colleghi del settore grafico e poligrafico. Nel percorso negoziale, l’azienda ha altresì dato disponibilità a ridimensionare in modo tangibile la misura dell’intervento, fino a un valore medio del 15% traguardato su un arco temporale più esteso unitariamente ad altre azioni di contenimento costi, accogliendo in parte le istanze della controparte, ma è stato respinto del Cdr”.