Proposta rivoluzionaria. Nominare presidente della Rai il consigliere eletto direttamente dai dipendenti dell’Azienda.
Viene da Vittorio Di Trapani, segretario dell’Usigrai, il sindacato dei giornalisti interni, che ha scritto una lettera al Foglio, giovedì 15 aprile.
Ai dipendenti Di Trapani dice: “Abbiamo il dovere di superare gli steccati storici e presentarci al voto per il consigliere di amministrazione eletto dai dipendenti con una candidatura unitaria”.
A partiti e governo dice: “Occupate in Cda i posti che la legge vi assegna: amministratore delegato e 6 consiglieri. E accettate la sfida di votare come presidente della Rai il consigliere eletto dai dipendenti. E’ l’unico non eletto da partiti e governi”.
“Nessuna rivoluzione comincia senza un atto di coraggio”, conclude.
“I partiti -scrive Di Trapani- hanno perso un’altra occasione per dimostrare che ‘fuori i partiti dalla Rai’ non è per loro solo uno slogan da sbandierare quando sono all’opposiiozione. Un governo pressoché sostenuto da tutto l’arco parlamentare avrebbe potuto portare all’approvazione in che settimane di una legge di riforma della Rai basata su tutte le sentenze della Corte Costituzionale e sulle indicazioni del Consiglio d’Europa. Invece hanno preferito applicare ancora una volta la legge Renzi: quindi una Rai controllata, a guinzaglio stretto, da governo e partiti. A questo punto non resta che avanzare alcune semplici proposte: dedicare lo stesso tempo e parole che dedichiamo al totonomine ai fini, agli obiettivi, alla missione del servizio pubblico. Il voto sui componenti del Cda eletti da Camera e Senato può e deve arrivare solo dopo un dibattito adeguato e pubblico su curricula e profili”.