Il 15 maggio alle 14,30 nell’area commerciale di Gaza City, un raid israeliano ha colpito l’edificio che ospitava Al Jazeera e altre emittenti straniere, tra cui Associated Press: il palazzo dei media internazionali.
L’esercito israeliano, con un comunicato diffuso intorno alle 13,30, ha dato un’ora di tempo ai giornalisti e allo staff che lavorava negli uffici della stampa estera per evacuare la struttura.
Israele ha giustificato il raid affermando che all’interno dell’edificio c’erano “asset militari” di Hamas.
Affermazioni smentite da tutte le emittenti con sede dell’edificio.
Attraverso l’amministratore delegato Gary Pruitt, l’Associated Press ha sottolineato che è stata “evitata per poco una terribile perdita di vite”. Pruitt ha aggiunto che sono stati chiesti chiarimenti e informazioni al governo israeliano.
Gli Usa, attraverso la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, poco dopo il bombardamento della torre a Gaza City, hanno fatto sapere di aver “detto direttamente agli israeliani” che garantire la sicurezza e l’incolumità dei giornalisti e dei media indipendenti è una responsabilità di primaria importanza.
Ricorda Antonella Napoli su Articolo 21 che a Gaza e nei territori occupati altri attacchi hanno coinvolto operatori dell’informazione. Tra le vittime, Reema Saad, una giornalista di 30 anni, incinta al quarto mese. Secondo la testata Middle East Eye, il raid in cui è rimasta vittima Reema è avvenuto intorno all’1.30 del 14 maggio nella zona residenziale di Tal al-Hawa, a sud di Gaza. La giornalista era nel suo appartamento con il marito e i due figli, di cinque e tre anni.
Il Committee to Protect Journalists (Cpj) nei giorni precedenti aveva segnalato che due edifici, a Gaza City, che ospitavano gli uffici di una dozzina di testate, locali e internazionali, erano stati rasi al suolo. Anche in quel caso l’esercito israeliano aveva avvisato in anticipo dell’attacco alle torri al-Jawhara e Al-Shorouk, di 12 piani, ma il Cpj non è stato in grado di verificare se l’avvertimento sia stato sufficiente a evitare vittime.