“Una strategia ben precisa: affidare la scrittura di gran parte degli articoli a giornalisti in pensione da anni, pagati pochi euro visto che ricevono mensilmente una pensione dall’Inpgi, la cassa di previdenza dei giornalisti a un passo dal fallimento; e intanto tagliare le retribuzioni dei giornalisti assunti a tempo indeterminato, compresi collaboratori fissi e corrispondenti, attraverso il ricorso agli ammortizzatori sociali, che a loro volta pesano sull’Inpgi”.
“Per rendersi conto di tutto questo – aggiungono i Cdr – basta sfogliare il Qn in edicola, dove i servizi su una tragedia come quella della funivia di Stresa sono appaltati a un pensionato (nonostante il Gruppo abbia centinaia di giornalisti), così come avviene per tanti altri articoli firmati da pensionati, non solo nella cronaca, ma anche negli spettacoli, nell’economia o nel tempo libero o nello sport, con tanto di commenti in prima pagina. Se togliessimo i loro articoli il giornale sarebbe dimezzato”.
Comunicati e agenzie
“Nella stragrande maggioranza – dicono i rappresentanti delle redazioni – non si tratta di notizie in esclusiva o inchieste, ma di comunicati e agenzie di stampa riscritti dai colleghi, pensionati e prepensionati, con costi pesantissimi per le casse degli istituti della categoria. Altro che spazio ai giovani. Visto che tutto questo accade da anni, nonostante le nostre ripetute proteste e sollecitazioni a valorizzare le risorse interne, ci viene il sospetto che sia una precisa strategia. Se così non è chiediamo di dimostrarlo a editore e direttore: già da domani eliminate dai giornali e dai siti internet del Gruppo tutti gli articoli dei colleghi pensionati. Allo stesso tempo invitiamo capi redattori e responsabili degli uffici ad azzerare le richieste di servizi ai pensionati, per non rendersi complici di questa politica che danneggia tutti noi e la categoria. E ai pensionati chiediamo infine di astenersi dal produrre servizi, lasciando finalmente spazio ai giovani e contribuendo così – concludono i Cdr – al salvataggio dall’Inpgi dalla quale dipende il loro reddito mensile”.
spirito di innovazione
Risponde Alessandro Serrau, direttore del personale e dell’organizzazione del Gruppo Monrif: “Con rammarico dobbiamo prendere atto che nel comunicato dei Cdr non si faccia minimamente cenno sia alla lunga trattativa sul piano di riorganizzazione, culminata con l’intesa dello scorso 26 aprile, sia al fatto che un punto cruciale dell’intesa riguarda proprio la riduzione drastica del numero delle collaborazioni dei pensionati”.
“Eppure – prosegue – la compagine sindacale è perfettamente al corrente di quanto l’azienda, successivamente alla proposta avanzata dai Cdr del Gruppo, abbia avuto sempre un atteggiamento di grande collaborazione, addivenendo appunto a un accordo che a partire dal prossimo primo luglio contingenterà drasticamente il numero delle collaborazioni di tali giornalisti, a beneficio dei colleghi delle nostre redazioni, all’interno delle quali vi è una nutrita presenza di giovani redattori. Ci piacerebbe, altresì, ricordare come le medesime intese prevedano un consistente turnover di personale giornalistico a beneficio, quindi, dell’ingresso di nuove leve, superando perfino, in senso migliorativo, le previsioni di legge che prevedono un rimpiazzo del 50% delle uscite dei prepensionati, anche attraverso l’inserimento di altre figure professionali non giornalistiche. Con grande spirito di innovazione delle relazioni industriali, abbiamo voluto cogliere favorevolmente la richiesta dei Cdr di sostituire i prepensionati esclusivamente con personale giornalistico».
giovane direttrice
«Senza dimenticare, infine – prosegue Serrau – l’impegno dell’azienda a tutelare il valore del comparto dei corrispondenti e dei collaboratori fissi, il cui numero in organico non ha precedenti in altre realtà editoriali e per i quali, nonostante la crisi e la pandemia, sono state trovate soluzioni per preservarne il valore e la presenza nei territori, scongiurando interventi traumatici almeno per i prossimi 18 mesi”.
Il gruppo respinge anche l’accusa di scarsa attenzione ai giovani: «Vogliamo ricordare come l’editore Andrea Riffeser Monti abbia da sempre dimostrato con fatti concreti di voler valorizzare i giovani, promuovendo da oltre 40 anni la cultura della meritocrazia anche con la selezione di giornalisti attraverso concorsi interni. Questo modus operandi è culminato con la nomina a direttore de La Nazione, una delle testate più antiche d’Italia, della dottoressa Agnese Pini, la più giovane giornalista donna a ricoprire in Italia un ruolo così prestigioso”.
(nella foto, Andrea Riffeser Monti)