Il 15 giugno è uscito un Giornale diverso. Apertura di prima pagina e pagina due e tre sulla morte di Livio Caputo. “Addio direttore Caputo, anima del Giornale fino all’ultimo giorno. Lo storico inviato si è spento dopo il passaggio di consegne. La lezione: pensate sempre al lettore”, dice il titolo in prima. Dentro, c’è il ricordo di Silvio Berlusconi per “un grande liberale”, e poi la sua passione per i viaggi, la sua “valigia aperta”, da “cacciatore di notizie, da Vienna agli Usa”. E il suo pezzo su “Quella volta che fu più bravo di Oriana Fallaci: ‘Ebbi per primo le foto a colori dell’allunaggio. Un’amica, ma non mi parlò per sei mesi'”.
ventiquattro ore
Ventiquattr’ore prima, al Giornale, a Milano, in via Negri 4, il 14 giugno, giorno di Sant’Eliseo, è stato non dimenticabile. Alle 15 è arrivata la comunicazione ufficiale del Cdr: “Augusto Minzolini nuovo direttore”. Appena tre ore più tardi, la notizia: Livio Caputo è morto. Caputo era stato direttore del Giornale ad interim per poco meno di un mese, dal 17 maggio. Già seriamente malato, non ha mai fatto operativamente il direttore, ma ha accettato di offrire la sua prestigiosa firma dopo l’uscita inaspettata di Sallusti, trasferitosi a Libero.
Caputo ha concluso la sua generosa disponibilità ed è andato via, vecchio amico di Montanelli, che fondò il Giornale nel 1974. Esponente di un giornalismo pieno di mezzi e di fascino, che veniva raccontato in film e romanzi. Che non esiste più.
Tg1 e forza italia
I funerali di Caputo, sabato 19 giugno. Minzolini arriva lunedì 21. Il nuovo direttore è senza dubbio uno di quelli che ha cambiato il giornalismo. Attenzione maniacale alla politica di Palazzo, soprattutto sul lato retroscena. Parole e incontri rubati, domande progettate per risposte (a volte) inconsapevoli e clamorose. Minzolini è l’inventore di questa specialità e da lui procede addirittura un neologismo, “minzolinismo”. Schiere di colleghi si sono messi nella sua scia. Nella seconda parte della carriera, dopo aver seguito a lungo Berlusconi, è diventato un suo fedelissimo fino alla nomina a direttore del Tg1, con numerose polemiche nel corso dei due anni di durata (2009-2011). E senatore di Forza Italia (2013-2017).
Minzolini terrà il suo discorso alla redazione, che poi esprimerà il suo voto di fiducia (non vincolante). La redazione lo conosce bene, perché da tempo Minzolini collabora alle pagine politiche. Ma in via Negri c’è anche molto timore: che nel mandato di Minzolini siano compresi tagli, una ventina di posti di lavoro, fra i quali 6/7 giornalisti prepensionabili (su 62). Sullo sfondo, la riorganizzazione della galassia berlusconiana, con il leader che ha energie meno di un tempo e con le differenti vedute fra i figli Marina e Pier Silvio, il fratello Paolo e i suoi figli.
Professione Reporter
(nella foto, Minzolini a caccia di notizie con Pierluigi Bersani)