L’Inpgi ha avviato ispezioni in tutte le redazioni de la Repubblica. Oggetto: i collaboratori. L’Inpgi vuole verificare se i circa 90 collaboratori contrattualizzati del quotidiano del Gruppo Gedi di John Elkann siano utilizzati come redattori. Per dare un’idea: chi realizza circa 1000 contenuti (articoli o video l’anno) ha una attività continuativa che difficilmente può essere fatta rientrare in quella prevista da un contratto co.co.co.

L’attività di controllo dell’Inpgi su la Repubblica è stata avviata nella scorsa primavera, con l’acquisizione di documenti negli uffici amministrativi de la Repubblica a Roma e del Gruppo Gedi a Torino. Quindi, sono stati consegnati ai collaboratori questionari che chiedevano conto del lavoro quotidiano, per avere conferma di quanto emergeva dai documenti raccolti. Poi, sono state avviate le ispezioni: Bologna, Palermo, l’ultimo giorno del mese di novembre gli ispettori erano a Torino, ora si proseguirà con tutte le altre (sono in tutto nove): Roma, Milano, Genova, Firenze, Napoli, Bari. Vengono ascoltati i collaboratori e i dipendenti delle redazioni, per conoscere le reali condizioni di lavoro.

L’Inpgi prevede di concludere le ispezioni entro sei mesi, con la consegna dei verbali all’Azienda e la eventuale contestazione di irregolarità contributive. Poi l’Azienda potrà fare ricorso e sarà il tribunale nei suoi gradi giudizio a decidere. 

Va considerato che la media dei contratti di collaborazione e a Repubblica è attorno a 12/18 mila euro lordi l’anno, mentre la trasformazione in articoli uno comporterebbe un costo di 50/56mila euro l’anno. 

Professione Reporter

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