Ci sono state tre dimissioni di membri del Comitato di redazione a distanza di breve tempo, rimpiazzati con i primi dei non eletti. Poi, all’inizio di dicembre le dimissioni di tutto il Cdr. E infine -stiamo parlando de La Stampa di Torino- l’enorme difficoltà ad eleggerne uno nuovo. Per mancanza di candidati. Non era mai successo prima.
Sullo sfondo, rapporti difficili e tempestosi fra le rappresentanze sindacali e il direttore Massimo Giannini.
C’è un candidato (per un posto) per la redazione di Roma, un candidato (per un posto) per le redazioni delle Province, solo due candidati (per tre posti) per la redazione centrale a Torino, nessun candidato (per un posto) per gli articoli 2 e 36.
Scaduta così la data del 21 dicembre per la presentazione delle candidature, si è svolta un’assemblea che ha deciso di spostare tutto all’11 gennaio 2022, nella speranza di trovare volontarie o volontari.
Si tratta di un ennesimo capitolo della crisi dei sindacati interni alle redazioni. I Comitati di redazione negli ultimi anni sono meno rispettati da proprietà e direzioni, fonte di maggiori fatiche, perché il compito si somma al lavoro normale, di maggiore stress per le richieste e le frustrazioni crescenti dei colleghi. In generale, tutto questo rientra nella crisi dei ruoli svolti nell’interesse collettivo.
(nella foto da La Stampa, John Elkann (presidente del Gruppo Gedi -proprietario della Stampa e di Repubblica- allo stadio alla sinistra del nonno, Gianni Agnelli)
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