La "Rassegna stampa sui generis" curata da GiULia Giornaliste. Il patto dei calciatori con le Partners, gli stipendi incomparabili, Kamala "la gattara" e Maria Rosaria Boccia millantatrice o paladina. A confronto le virilità di Mussolini e del ministro Sangiuliano. La risposta della saltatrice.
Il quotidiano israeliano pubblica un editoriale sul diritto del pubblico di sapere cosa accade nel teatro di guerra. "I cronisti devono poter parlare con i residenti e recarsi nelle aree di interesse". I precedenti appelli internazionali al governo Netanyahu rimasti inascoltati.
L'analisi di Lelio Simi su "Mediastorm". Cala la carta, ma anche le copie digitali. Crescono solo le digitali "quasi regalate": quelle che permettono di acquisire dati dei lettori da offrire alla pubblicità. Corriere in testa, Repubblica e Stampa in crisi, il caso del manifesto.
(S.A.) I due giornalisti inseriti in una lista di reporter internazionali. "Violazioni elementari dell'etica professionale, complici dell'aggressione". Accusati in base al codice penale di Mosca. Erano entrati nella regione di Kursk al seguito dell'esercito ucraino.
Il tocco di colore dovuto a un marchio di moda. I rappresentanti sindacali attaccano l'Azienda: "Nessuna passione editoriale". E attaccano la Direzione: "Inutili gli appelli all'identità". In contemporanea con il comunicato sindacale, la testata è tornata alla veste originale.
(S.A.) L'autorevole giornale inglese spera in nuove entrate: raccomandazioni di prodotti con link di affiliazione. Il Direttore finanziario: diversificheremo anche con organizzazioni, podcast, tv e newsletter. Creati 50 posti di lavoro giornalistici in Usa, ma 30 dimissioni volontarie.
Un lungo pezzo pubblicato sul rivale Washington Post per invitare i media a fare fronte comune contro le limitazioni del ruolo del giornalismo. Trump e la teoria delle fake news. "Eroding democracies" e sentimento "anti-press". Gli esempi di Ungheria, India e Brasile.
Continua il contrasto fra redazione ed Editore e Direttore. In edicola il fascicolo del 6 settembre, senza l'apporto dei giornalisti. Oscurati i motivi della protesta, impedito l'aggiornamento dell'online. Fnsi e Stampa romana denunceranno per comportamento antisindacale.
di STEFANO AVANZI Il caso della "consigliera" del ministero della Cultura. L'esponente di governo dà un'intervista di quasi venti minuti al Tg1, fra documenti e lacrime. Il pubblico non lo premia, mentre lei aumenta il seguito sui social. Le polemiche sul ruolo della testata Rai.
Dopo la proclamazione della protesta, viene spostato il giorno di chiusura e i giornalisti prolungano l'astensione dal lavoro. La Direzione decide lo stesso l'uscita del numero del 6 settembre. L'assemblea al completo: relazioni sindacali estranee alla storia del settimanale.

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